Letto, corretto, ritoccato, riletto, poi finalmente la stesura finale. E pronto per essere depositato questa mattina, martedì, il ricorso alla Corte dAppello dAssise di Torino per la
Letto, corretto, ritoccato, riletto, poi finalmente la stesura finale. E pronto per essere depositato questa mattina, martedì, il ricorso alla Corte dAppello dAssise di Torino per la condanna a 30 anni inflitta in primo grado, ad Asti, a Michele Buoninconti per lomicidio della moglie Elena Ceste. In realtà i ricorsi saranno due: uno dellavvocato Enrico Scolari di Ivrea e uno del collega Giuseppe Marazzita di Roma. Il primo in punto probatorio, il secondo in punto giuridico, secondo quanto trapelato. La difesa ha avuto 45 giorni di tempo, dal deposito delle motivazioni ad inizio febbraio, per elaborare la sua controffensivo di secondo grado. In realtà a questo delicato e complesso caso, lavvocato Scolari stava già lavorando da molto prima (salvo il periodo di vacanza della revoca del mandato subito poi ritirata).
I tre punti sui quali aveva annunciato di voler approfondire il ricorso erano gli stessi che sono stati i pilastri dellaccusa: causa della morte, terriccio rinvenuto sugli abiti di Elena consegnati ai carabinieri e celle telefoniche. Pare che sia soprattutto sulle ragioni che hanno portato al decesso della donna che la difesa abbia puntato un risultato diverso a questo secondo giro di processo. Al processo di Asti si sono confrontate in aula due tesi di morte contrapposte: quella per strangolamento sostenuta dalla pubblica accusa e dalla parte civile (che aveva nominato come consulente di parte il dottor Testi) e quella per assideramento propugnata dalla difesa collocata in una forte crisi psicotica che avrebbe investito Elena quella mattina spingendola a denudarsi, a vagare per la campagna fredda e a nascondersi (o a cadere) nel rio Mersa dove è stata trovata nove mesi dopo.
Una accurata rilettura dellesame autoptico da parte di un nuovo consulente della difesa avrebbe fornito agli avvocati e allimputato un particolare che fornirebbe una nuova ipotesi di morte della donna, non omicidiaria. Sulle tracce di fango si insisterà sullesiguità del campione rilevato rispetto allevidenza scientifica per validarne gli esiti mentre sulla geolocalizzazione di Michele quel mattino e sui suoi spostamenti attraverso i passaggi nelle celle telefoniche, la difesa ha perfezionato la convinzione dellimprecisione di questo metodo per collocare luomo nella mappa fra casa, rio Mersa e strade limitrofe. Mentre Michele attende ludienza di aprile al tribunale dei Minori cui si era rivolto per poter incontrare i suoi figli che non vede dal giorno del suo arresto, a fine gennaio 2015.
Daniela Peira