Si è tenuta giovedì sera l’assemblea di quartiere di San Fedele che ha avuto all’ordine del giorno l’aggiornamento sullo stato di inquinamento della falda acquifera. Una problematica
Si è tenuta giovedì sera l’assemblea di quartiere di San Fedele che ha avuto all’ordine del giorno l’aggiornamento sullo stato di inquinamento della falda acquifera. Una problematica tristemente nota nella zona che nei primi anni 2000 ha subito un’opera di bonifica da sostanze quali il cromo esavalente e i solventi clorurati, provenienti dalla vicina Way Assauto, che contaminavano il sottosuolo. In particolare si optò per l’installazione di una barriera idraulica con lo scopo di impedire agli inquinanti di defluire nei pozzi di San Fedele, i quali rimasero chiusi per essere depurati e che negli ultimi anni sono stati progressivamente riaperti per essere quindi destinati all’uso agricolo.
Il vecchio fantasma torna ora a ripresentarsi, in quanto il pozzo di controllo, destinato alla misurazione del livello degli inquinanti e collocato a valle del sito Way Assauto e al di fuori della barriera idraulica, ha registrato nuovamente la presenza di cromo nei mesi di gennaio e febbraio. Rassicura il sindaco Fabrizio Brignolo: «gli altri pozzi del quartiere non contengono cromo esavalente, mentre si sta procedendo con il pompaggio delle acque del pozzo di controllo». In generale, tuttavia, si segnala un aumento della quantità di solventi clorurati, il secondo tipo di inquinante presente nel sottosuolo, che non raggiunge però livelli di guardia.
La causa potrebbe essere il verificarsi di un rigurgito delle acque dalla fognatura verso la pavimentazione dello stabilimento della Way Assauto e quindi nel sottosuolo, provocando una fuoriuscita del materiale inquinante. Un incidente al quale si è posto rimedio, ma che lascia alcuni dubbi che potranno trovare risposta solo nei prossimi mesi, al seguito di un’ulteriore opera di bonifica del sito nuova cromatura della ex Way Assauto e del monitoraggio della barriera idraulica: si riuscirà a riportare la concentrazione di inquinanti ai precedenti livelli o esistono problemi strutturali più seri a monte della registrazione di un aumento di tali sostanze? Il sindaco e l’A.R.P.A. invitano inoltre la cittadinanza di San Fedele a limitare, in via precauzionale, l’uso delle acque dei pozzi durante il periodo di bonifica e si rinvia la decisione della eventuale chiusura degli stessi al termine degli interventi.
Nel caso in cui essi non risultassero sufficienti o si riscontrasse un peggioramento della situazione, si procederebbe con la fornitura di acqua tramite cisterne o con la concessione della possibilità di utilizzare acqua potabile anche a scopi agricoli. Tali azioni sarebbero in ogni caso a carico del Comune, senza gravare quindi sulle tasche dei cittadini che, tramite il portavoce Luigi Sposato, chiedono nuovamente interventi volti ad eliminare definitivamente gli inquinanti, invece che contenerli tramite barriere protettive. La questione rimane aperta come, per il momento, anche il contenzioso fra Provincia e Alcatel, l’azienda francese verso la quale la Provincia ha emanato un’ordinanza per la bonifica del sito vecchia cromatura della Way Assauto, in merito al quale si attende la decisione del T.A.R.
a.f.