Uno di quei libri che chiudi, dopo aver letto l’ultima pagina, con le lacrime agli occhi. Uno di quei libri che ogni famiglia dovrebbe scrivere. Uno di quei libri in cui le vicende più incredibili sono raccontate con la semplicità della verità.
Ecco, è tutto questo “Semplicemente Carla – La vita è come una ruota panoramica”, Neos Edizioni, fresco di pubblicazione.
L’autrice è la scrittrice Luisella Ceretta ma i ricordi sono quelli di Carla Ponte, una donna la cui storia avventurosa è una di quelle in cui possono riconoscersi molte donne della sua generazione.
Classe 1939, Carla da sempre ripeteva alla sua unica figlia, Loretta Brosio, che aveva vissuto una vita da film. Raccontando di volta in volta un pezzo di questa lunga e straordinaria esistenza.
Fino a che Loretta ha pensato di accontentarla. Non facendo un film, che sarebbe stato un po’ troppo impegnativo, ma chiedendo all’amica di famiglia di scriverci un libro. Grande il lavoro anche della figlia, che nel tempo ha registrato i racconti della mamma e li ha trascritti, andando a colmare, con ricerche storiche locali, le lacune di memoria.
Ne è nato un affresco della San Damiano di tutti i giorni da fine Ottocento in avanti, con la storia dei nonni di Carla e poi la sua nascita in una famiglia che viveva di agricoltura e vigna. Una grande impronta, nella sua infanzia, la ebbe la madre, con seri problemi di udito che aveva sviluppato altre sensibilità fra cui l’amore per la lettura e la nonna Gina, le cui mani tutto sapevano fare e aggiustare. L’infanzia spensierata di Carla e il primo lavoro a Chieri, come “servanta”, ovvero commessa e domestica. Un periodo triste per la lontananza da casa terminato grazie alla sensibilità del padre che l’andò a riprendere. Un’annata agraria andata a male li fece trasferire nel Canavese a gestire una trattoria e poi, solo per Carla, il trasferimento a Borgaro per il lavoro in fabbrica. Un primo matrimonio d’amore terminato drammaticamente con la morte per incidente del marito. Il dolore, il lutto e poi il secondo matrimonio, in età matura, con un uomo che avrebbe amato per tutta la vita e con il quale ebbe Loretta. Il ritorno a San Damiano, per un’altra vita ancora: lasciata la fabbrica, con il marito si mise a coltivare vigne. Senza mai far mancare il suo impegno alla Sagra di Gorzano, dietro i fornelli del fritto misto. Ha imparato a usare il cellulare, a mandare e ricevere messaggi su whatsapp applicando la stessa filosofia di quando imparò ad usare la “contometer” in fabbrica.
Quella di Carla è la storia di una donna che ha vissuto tante vite in una, lungo una carrellata di luoghi, personaggi e botteghe sandamianesi che rappresentano una carezza per la memoria e il cuore.
(Nella foto la copertina del libro, Carla Ponte e la figlia Loretta)