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Il presidente della Provincia Brignoloè stato dichiarato decaduto
Attualità

Il presidente della Provincia Brignolo
è stato dichiarato decaduto

I giudici hanno accolto la istanze del Movimento 5 Stelle sull'incompatibilità tra il ruolo pubblico e quello di consigliere nel CdA della Cassa di Risparmio incaricata di svolgere il servizio di tesoreria dell'Ente. Ribadita anche l'applicazione del TUEL rispetto alla riforma Delrio. La reggenza passa al vice presidente Gabusi. Brignolo potrà comunque ricorrere alla Corte d'Appello

Incompatibile e decaduto. E' stata resa nota poco fa l'ordinanza del tribunale di Asti che dichiara il presidente della Provincia, Fabrizio Brignolo, decaduto dalla sua carica in quanto incompatibile con il ruolo di membro del Consiglio di Amministrazione della Cassa di Risparmio di Asti, soggetto incaricato del servizio di tesoreria per conto della Provincia. Il Collegio giudicante (presidente Paolo Rampini) ha accolto le tesi dei consiglieri comunali/elettori provinciali, Davide Giargia e Gabriele Zangirolami (M5S), i quali hanno contestato a Brignolo l'art. 63, comma 1 n.2 del TUEL secondo cui esiste un'incompatibilità tra la carica pubblica e quella all'interno della banca.

E' stato l'avvocato Alberto Pasta, già assessore alla trasparenza e legalità della giunta Brignolo, a sostenere davanti al collegio giudicante le istanze dei Cinque Stelle chiedendo al tribunale di dichiarare Brignolo decaduto. Intervenuti "ad adiuvandum" nella causa anche l'avvocato Maurizio Lattanzio e il collega Marcello Coppo, a loro volta consiglieri comunali ed elettori dell'ente Provinciale divenuto di 2° livello.

Brignolo, assistito dagli avvocati Mario Viviani e Roberto Ponchione, aveva contestato l'applicabilità del TUEL rispetto alle nuove Province istituite dalla legge Delrio ma anche di essere "solo" membro del CdA della Banca e non del Comitato Esecutivo, considerato l'organo più operativo rispetto al consiglio stesso.
Per i giudici si tratta di una differenza di poco conto perché, come riportato nella sentenza di appena 8 pagine, "Il CdA può incidere direttamente sulle determinazioni del Comitato, impartendogli direttive che l'organo delegato è evidentemente tenuto a rispettare e può, ogniqualvolta lo ritenga opportuno, avocare a sé operazioni rientranti nella delega e quindi assumerne la gestione diretta".

Ne deriva che il presidente Brignolo "nella qualità di componente del CdA, sia quantomeno potenzialmente in grado di incidere sulla gestione del servizio di tesoreria delegata al Comitato Esecutivo" scrivono i giudici accogliendo le motivazioni del M5S.
C'è poi la parte relativa all'applicazione del TUEL il quale, diversamente da quanto sostenuto da Brignolo e dai suoi avvocati, si applica ancora, non essendo stato né abrogato né superato dalla riforma Delrio.

Si ritiene che la riforma del 2014 "non fosse affatto quella di abolire le cause di incompatibilità già previste dal TUEL in relazione alla carica di presidente della Provincia – puntualizzano i giudici – Il Collegio ritiene pertanto che le norme del TUEL siano tuttora vigenti anche con riferimento alla istituzione della Provincia".

«Sono assolutamente soddisfatto che siano state accolte in pieno le mie motivazioni e che sia stato ristabilito il diritto rispetto ad una situazione non conforme alla legge» è il primo commento dell'avvocato Alberto Pasta.
«Non puoi dire che sei in banca per rappresentare il territorio e poi, se ti viene contestata l'incompatibilità, difenderti dicendo che non conti nulla – aggiunge l'avvocato/consigliere Marcello Coppo di Fratelli d'Italia – L'ipocrisia di questa situazione è venuta alla luce e si è sciolta come neve al sole. Comunque, la prossima volta mi offro come consulente legale del Consiglio provinciale, senza bisogno di andare a chiedere pareri pro veritate altrove».
Anche l'avvocato/consigliere comunale Maurizio Lattanzio non nasconde la propria soddisfazione. «Brignolo è incompatibile e decaduto, e da qui non si scappa. Io gli suggerisco di lasciar perdere alcune delle troppe cariche che si è preso, poi veda lui».

Adesso si apre una nuova strada piena di incertezze per la Provincia di Asti, già commissariata una volta. Decaduto Brignolo (ha comunque facoltà di fare ricorso alla Corte d'Appello chiedendo la sospensione dell'immediata esecutività), la presidenza dovrebbe passare al vice Marco Gabusi per l'ordinaria amministrazione. Dubbi anche sulla decadenza del Consiglio che, eletto nell'unica lista candidata alle elezioni, ha per legge una durata differente rispetto a quella del presidente.
Scontata, però, la decadenza di Brignolo anche dalla presidenza dell'UPI, Unione Province Piemontesi, incarico ottenuto a dicembre dopo l'elezione in capo all'Ente di piazza Alfieri.

Riccardo Santagati

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