Lasciata l'automobile sul piazzale della chiesa di Mombarone, ci si incammina per un sentiero che scende nel fondovalle, dove da sempre sgorga fresca e abbondante la sorgente del Boglietto, vera benedizione per i contadini delle zone circostanti: lì il sentiero volge sulla sinistra e lentamente sale sino alle "case grotta", un tuffo a ritroso nel tempo, e non di anni, ma di secoli. L'ultimo abitante in queste abitazioni…
Nel corso di una riunione svoltasi presso gli uffici dell'Urbanistica del Comune di Asti si è parlato del valore e della necessità di conservare nel miglior modo una delle particolarità forse meno conosciute del territorio astigiano, ossia le "case grotta"; di questo particolare tipo di antichissima abitazione sono state censite a nord della città di Asti una settantina di unità, fra le quali le meglio conservate si trovano senza dubbio nel territorio di Mombarone. Sono intervenuti alla riunione tutti coloro che a diverso titolo sono occupati delle "Case grotta": l'avv. Davide Arri l'arch. Angelo Demarchis, Mario Franco ed Adriano franco, Ercole Conti, don Vittorio Croce, l'agronomo Davide Degioanni, l'arch. Francesca Cavagnino, il prof. Marco Devecchi. Si sono esaminati i problemi di conservazione delle "case grotta", minacciate da infiltrazioni di acqua e da crolli di materiali sovrastanti, proponendo di valorizzare i luoghi con visite guidate e con la richiesta del riconoscimento di questi spazi come luoghi di "notevole interesse pubblico".
Lasciata l'automobile sul piazzale della chiesa di Mombarone, ci si incammina per un sentiero che scende nel fondovalle, dove da sempre sgorga fresca e abbondante la sorgente del Boglietto, vera benedizione per i contadini delle zone circostanti: lì il sentiero volge sulla sinistra e lentamente sale sino alle "case grotta", un tuffo a ritroso nel tempo, e non di anni, ma di secoli. L'ultimo abitante in queste abitazioni, scavate nella terra della collina, fu un certo "Gisep d' Carie" che nel 1930 ancora vi risiedeva; forse ancora utilizzate nel periodo della seconda guerra mondiale, vennero definitivamente abbandonate dopo il 1945.
Le "case grotta" hanno il loro equivalente nei "sassi" di Matera: di origine antichissima, esse rappresentarono per un tempo indefinibile secoli la casa per generazioni di contadini che, non possedendo un'abitazione di tipo diverso, considerarono una fortuna poter disporre di un luogo asciutto, in cui bastava accendere un fuoco per preparare il cibo ed avere sufficiente tepore anche nelle più rigide notti invernali, quando la neve copriva le colline e il gelo velava l'acqua della sorgente del Boglietto. Quel che l'uomo moderno ha dimenticato è che, sino agli anni del nostro benessere, il più grande conforto è sempre stato avere un riparo dalla pioggia ed un fuoco davanti al quale scaldarsi; oggi ci paiono cose scontate, ma in passato significavano la sopravvivenza.
Grazie alla struttura del terreno argilloso e compatto di cui sono fatte le colline di Mombarone, gli uomini poterono ricavare nella terra degli spazi freschi e asciutti che utilizzarono in diverso modo; uno scavo dopo l'altro si formarono locali per mangiare, per dormire e per il ricovero del bestiame, nei quali si possono ancora vedere alcuni degli attrezzi agricoli che costituivano l'indispensabile attrezzatura delle persone che lì vivevano. Alcune stanze furono imbiancate, altre servirono come magazzino: certo, la luce non era molta, perché proveniva dall'unica finestra o dalla porta, ma in tempi in cui gli uomini si svegliavano all'alba e dormivano al calar del sole questo non era un grosso problema. Poste su di un terreno di proprietà di Mario e Adriano Franco, da diversi anni le "case grotta" sono diventate anche un luogo perfetto per il presepe vivente, che però lo scorso anno non si è fatto, sia per la troppa pioggia, sia per il crollo di materiale soprastante. «Tempo permettendo -? dice Adriano Franco – quest'anno il presepe si farà perché pochi luoghi possono donare alla Natività una eguale suggestione.» In effetti, stando al racconto del Vangelo, non potrebbe esistere un luogo più adatto alla venuta del Bambino di quello che si trova nelle "case grotta" di Mombarone.
Renato Romagnoli