Una storia terribile che arriva, per triste ironia della sorte, proprio nel giorno dedicato alle coppie.
Ma, in questo caso, si può parlare, a ragione, di un inferno dentro le mura di casa. Soprattutto per una ragazza che ha subito violenza sessuale dal patrigno da quando aveva appena 12 anni.
E’ stata l’aliquota della Polizia di Stato della sezione di pg della Procura di Asti ad indagare sulla storia che si è chiusa con un’ordinanza di custodia cautelare in carcere nei confronti di un uomo, astigiano, 50 anni, ora rinchiuso nel carcere di Torino.
Gravissime le accuse che lo riguardano: maltrattamenti in famiglia e soprattutto violenza sessuale e riduzione in schiavitù perdurata nel tempo per svariati anni e fino alla fine del 2024.
Le vittime dell’uomo sono la sua ex compagna e la figlia della donna.
In una nota, la Procura, mantenendo il massimo riserbo sull’identità della famiglia, sottolinea che, approfittando delle condizioni di fragilità della convivente, il cinquantenne le ha isolate dal resto del mondo e le ha sottomesse ad una quotidianità fatta di violenze fisiche e psichiche.
E la ragazza, da quando aveva appena 12 anni, ha subito ripetuta e abituale violenza sessuale da parte del patrigno fino ad essere completamente sostituita dalla partner nei rapporti intimi.
Un’indagine delicata, quella portata avanti dalla polizia giudiziaria che però ha consentito di raccogliere dei riscontri importanti di quanto subito dalle due donne (oggi la figlia dell’ex compagna è maggiorenne).
C’è ancora una nota importante in questa bruttissima vicenda e merita di essere sottolineata perché va nella direzione del buon esempio di chi ancora è dotato di senso civico.
Infatti, le condizioni terribili in cui hanno vissuto madre e figlia non sarebbero cessate se della loro situazione non fosse venuta casualmente a conoscenza una donna che le ha conosciuto molto recentemente. Accorgendosi di come vivessero, si è presa cura di loro ed è riuscita a liberarle permettendo loro di rivolgersi alle forze dell’ordine.
Questa mattina, davanti al gip, si è tenuto l’interrogatorio dell’uomo che si è avvalso della facoltà di non rispondere ed è stato riportato in carcere.
Intanto prosegue l’indagine con analisi tecniche, perquisizioni, sequestri e raccolta di testimonianze.