In un comunicato che riportiamo sotto, ecco alcune dichiarazioni e ricordi della Federazione Italiana Palla Tamburello attraverso le voci del presidente nazionale Edoardo Facchetti, del presidente regionale Riccardo Bonando e del presidente provinciale (Asti) Mimmo Basso,
“Nella serata in cui lo collocai nella hall of fame del nostro sport, lessi dal suo libro “Gli anni in tasca – Storie di gente di collina” queste parole: ‘un segreto c’è, nel mio caso, si chiama da sempre solamente Amore, con la lettera maiuscola, per una fede senza limiti verso un gioco, per me divertimento totale, chiamato tamburello. Un attrezzo che mi ha permesso di non essere uno dei tanti affezionati ma credo, con orgoglio e non falsa modestia, di essere un praticante estremo’. Eccolo qui il mio Cerot: si è guadagnato questa fama imperitura non solo per la sua bravura tecnica ma per il suo modo di essere unico e per il suo stile inimitabile. Ciao Aldo, ciao mitico Cerot.”
Le parole sono di Edoardo Facchetti, presidente della Federazione Italiana Palla Tamburello che saluta così il “Maradona del Tamburello” come è stato soprannominato Aldo ‘Cerot’ Marello, campione di numerosi scudetti e inserito nel dicembre 2023 nella Hall of Fame della disciplina.
La notizia della sua improvvisa scomparsa, avvenuta martedì all’età di 76 anni nella casa della natia Revigliasco d’Asti, ha immediatamente fatto il giro di tutti i luoghi vicini al tamburello, proprio a pochi giorni dall’avvio della stagione agonistica 2025. Tra i primi a ricordare il “Cerot” anche Mimmo Basso, amico d’infanzia, concittadino nonché compagno di squadra negli anni ’70 e attuale presidente del Comitato Provinciale della Federazione Tamburello.
“Lo ricordo innanzitutto come un amico speciale con il quale ho trascorso la giovinezza. Era molto più di un compagno di squadra: i miei genitori a Revigliasco avevano l’alimentari e tabaccheria nella piazza e il papà e la mamma di Aldo la macelleria a 50 metri di distanza. Quindi ho iniziato a frequentarlo da quando avevo 5 anni e ci siamo visti praticamente tutti i giorni fino a quando mi sono sposato e trasferito. Inoltre abbiamo condiviso esperienze tamburellistiche giocando insieme nel Viarigi scudettato del 1974 e poi a Casale nel 1976. Nel corso della presentazione della stagione 2025 di tamburello in programma a Montegrosso, lo ricorderemo come merita.”
A stringersi intorno alle figlie di Cerot, Ilaria ed Erika, sono tanti giocatori di ieri e di oggi, appassionati e tifosi ma anche i molti che lo conoscevano anche per le sue doti artistiche che mostrava al pubblico durante le esibizioni della Super Cerot Band con la quale ha portato a termine centinaia di date. Non poteva mancare anche il messaggio del presidente del Comitato regionale della Federazione Italiana Palla Tamburello Riccardo Bonando.
“Con Aldo se ne va un pezzo importante della storia di questo sport e di questo nostro piccolo mondo. Come giocatore lo vidi ormai verso fine carriera, ma si vedeva dalla facilità del colpo e dalle doti tecniche non comuni, il fuoriclasse che era stato e che tutti raccontavano. Ricordo da spettatore, una finale del Torneo a Muro, lui con la maglia del Castell’Alfero, accarezzare la prima palla come nessun altro, lasciando senza parole pubblico e avversari. Grazie alla sua prima pubblicazione, “Chiamatemi Cerot”, scoprii, tra aneddoti, personaggi e bellissime foto, quella che era stata l’epoca d’oro del tamburello. Simpaticamente, penso, che in compagnia di Sandro Vigna, Pinot, Conrotto, Quilico e tanti altri, lassù, ci sarà da divertirsi. Ciao Cerot.”