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Anche ad Asti tanti condomini “in bolletta” che cercano di tenere in piedi i bilanci

L’aumento dei costi energetici mette a rischio i servizi negli stabili. Gli amministratori tagliano su tutte le spese superflue, ma spesso non basta

Le ripercussioni dell’aumento dei costi energetici si fanno sentire con forza anche tra le mura dei condomini di Asti. Basta parlare con alcuni amministratori di condominio per capire che la situazione è preoccupante. Un quadro complesso dove alle crescenti difficoltà economiche delle famiglie (inflazione, stipendi fermi al palo, aumenti vorticosi delle bollette) si cerca di fare fronte con strategie di contenimento della spesa.

L’impennata dei costi energetici

Abbiamo consultato due amministratori, che in totale gestiscono oltre 160 stabili in città, i quali concordano sull’impatto significativo dell’aumento dei prezzi dell’energia. I due, che hanno chiesto l’anonimato, evidenziano in particolare come l’incremento dell’Iva sul gas dal 5% al 22% abbia innescato un’ondata di rincari anche sull’energia elettrica, data la sua produzione legata in larga parte al gas. Questa situazione, ancora influenzata dal conflitto in Ucraina, rende sempre più difficile per i condomini far fronte alle spese.

L’aggravamento dei costi energetici, infatti, si traduce in un aumento della morosità condominiale e quindi nel rischio di non poter pagare i fornitori. Nei casi peggiori questo rischio culmina nella chiusura forzata della caldaia con i condomini che restano al freddo e senza acqua calda. Un amministratore riporta un incremento del 20% delle morosità a partire dal periodo post-Covid (2020). Se prima un semplice sollecito poteva bastare per convincere il moroso a versare le quote, ora non più. «Anche cifre considerate modeste, come 2.500 euro annui, – ci spiegano – diventano un problema, con i pagamenti spesso dilazionati in più rate».

Eppure c’è da sottolineare che «molti condomini, pur in difficoltà con le spese, non rinunciano a nulla nella vita di tutti i giorni». «Purtroppo abbiamo molti casi di inquilini che non pagano le rate, ma acquistano auto molto costose, non rinunciano alle vacanze e fanno una vita senza particolari sacrifici – racconta uno dei due professionisti – Poi, al contrario, ci sono quelli che non pagano spiegando di aver perso il lavoro o di essere in cassa integrazione. Noi amministratori siamo responsabili in solido del recupero delle somme dovute e dobbiamo attivarci per ottenerle, purtroppo anche davanti a reali difficoltà».

Il recupero delle morosità

La gestione delle morosità prevede alcuni passaggi formali. L’amministratore è tenuto a inviare un sollecito scritto per raccomandata annunciando che, in caso di mancato pagamento entro 8 giorni, si rivolgerà a un legale. Una via non semplice, che può portare fino al decreto ingiuntivo con pignoramento del quinto dello stipendio o del conto corrente e che può terminare con la vendita all’asta dell’immobile. «La morosità di un inquilino complica la situazione – spiega un amministratore – perché richiede un’azione legale nei confronti del proprietario dell’immobile. Nel frattempo, per non tagliare i servizi, gli altri condomini devono anticipare le spese scoperte e questo crea dissapori e tensioni».

Strategie di risparmio

Di fronte a una crescente morosità e a costi di gestione sempre più alti, gli amministratori e i condomini cercano di adottare diverse strategie per contenere le spese. «La manutenzione degli edifici viene ridotta al minimo, concentrandosi sui lavori indispensabili e rimandando tutto ciò che è possibile – confermano i due professionisti – Non si fa la manutenzione del tetto, non si dà la tinta alle scale e, in alcuni casi, si interviene anche sulla frequenza delle pulizie, riducendola o addirittura sospendendola, con potenziali rischi legati alla sicurezza».

Gli amministratori si riferiscono al fatto che quando sono i condomini ad occuparsi della pulizia nessuno è assicurato nel caso avvenga un incidente. Un’ulteriore misura è chiudere l’acqua calda centralizzata di notte. «In alcuni stabili abbiamo interrotto l’erogazione dell’acqua calda dalle 22 alle 6 del mattino, – racconta l’amministratore che gestisce un centinaio di stabili – ma alla fine il risparmio è irrisorio». Per quanto riguarda l’energia elettrica, la tendenza è di cambiare fornitore per cercare tariffe più convenienti. Invece c’è una certa resistenza a rinunciare a servizi come il giardiniere o l’impresa di pulizia nei condomini dove vivono molti anziani.

Riscaldamento centralizzato,un nodo critico

La gestione del riscaldamento centralizzato emerge come una delle problematiche più delicate. Il rischio di chiusura dei contatori per morosità è concreto. Gli amministratori cercano di negoziare rateizzazioni con i fornitori per evitare interruzioni del servizio, e soprattutto invitano i condomini a prestare attenzione all’uso delle valvole termostatiche per evitare sprechi individuali.

Ripercussioni sociali e gestionali

Le difficoltà economiche e le tensioni legate alle morosità incidono anche sul tessuto sociale condominiale. I due amministratori raccontano di aver notato una diminuzione della solidarietà tra vicini quando si toccano questioni finanziarie.

«La maleducazione nell’uso delle cose comuni e le discussioni, ad esempio sui parcheggi, sembrano acuirsi in questo contesto – osserva uno dei due professionisti – La solidarietà tra vicini è sempre più rara, a malapena si conoscono, ma le liti, anche per questioni di poco conto, sono all’ordine del giorno. Riceviamo sovente telefonate di inquilini che perdono il controllo, ci aggrediscono verbalmente, pretendendo un nostro intervento anche su questioni che non sono di nostra competenza».

Affitti brevi e prostituzione: i vicini fanno gli 007

C’è poi un fenomeno che sta crescendo anche ad Asti e riguarda gli affitti brevi. Il quadro emerge dai racconti dei due amministratori interpellati dal nostro giornale. «Un caso sempre più comune è l’affitto breve di una casa che il proprietario concede, tramite piattaforme on line, per un periodo di tempo limitato. Noi amministratori non abbiamo idea di chi prenda possesso dell’alloggio, non sappiamo quante persone lo occupino e come lo usino e questo può essere un problema – osservano i professionisti – Chi affitta entra nella casa tramite uno “smart lock” installato fuori dalla porta e il via vai non sempre è ben tollerato».

Ma ci sono anche episodi particolari che dimostrano come ci si interessi del vicino, ma solo quando mette a rischio la tranquillità dello stabile. Per esempio quando i condomini “scoprono” che la vicina fa la prostituta e riceve a ogni ora del giorno (o della notte). In quel caso si interpella l’amministratore che può segnalare il fatto alle forze dell’ordine tenuto conto, però, che prostituirsi non è un reato, ma lo è lo sfruttamento della prostituzione. Queste segnalazioni servono per verificare se il proprietario dell’alloggio sia al corrente della situazione o se esista una rete di sfruttatori. In questo caso le indagini possono culminare in arresti e denunce.

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