Braccio di ferro fra la Procura di Asti e il gip che per due volte si è rifiutato di firmare l'ordinanza di custodia cautelare a carico di un indagato per l'omicidio di Luigi Di Gianni, 53
Braccio di ferro fra la Procura di Asti e il gip che per due volte si è rifiutato di firmare l'ordinanza di custodia cautelare a carico di un indagato per l'omicidio di Luigi Di Gianni, 53 anni, il titolare di night club ucciso ad Isola il 12 gennaio di due anni fa. L'uomo era stato freddato da alcuni colpi di fucile sparati a breve distanza da un uomo che lo attendeva, nell'ombra, nel cortile di casa, approfittando del fatto che Di Gianni sarebbe sceso per caricare la sua auto di prodotti da portare nel locale per l'apertura serale.
Due anni di indagini e due anni di appelli della compagna della vittima, Angelica, per trovare l'assassino dell'uomo che amava, spirato fra le sue braccia. Dopo un primo momento in cui i sospetti si erano concentrato su un carrozziere, da mesi gli investigatori avrebbero individuato in un'altra persona il presunto esecutore dell'omicidio. Per due volte la Procura ha chiesto l'arresto di quest'uomo ma per altrettante volte il gip ha ritenuto che non sussistessero sufficienti prove per incriminarlo, rinviando gli atti indietro. Il Procuratore capo Vitari e il sostituto Boschetto sono però convinti della bontà del loro lavoro investigativo e potrebbero fare ricorso al tribunale del Riesame di Torino per ottenere finalmente la carcerazione del sospettato.