«Qui non siamo più di fronte al piccolo furto o al dispetto, ma ad un danno di 150 mila euro con un gesto che è degno delle città più mafiose d'Italia». E' arrabbiato ed amareggiato
«Qui non siamo più di fronte al piccolo furto o al dispetto, ma ad un danno di 150 mila euro con un gesto che è degno delle città più mafiose d'Italia». E' arrabbiato ed amareggiato Filippo Viarengo, titolare con il padre della Ecoimpianti, piattaforma di recupero degli inerti con sede a fianco del campo rom di via Guerra.
Nella notte fra martedì e mercoledì, ignoti sono entrati nell'area recintata, hanno scelto una pala meccanica usata per movimentare gli inerti trattati e, sotto la cabina hanno creato un "cuscino" di fluff, il materiale sintetico usato per le imbottiture dei divani e gli hanno dato fuoco. L'alta infiammabilità e la persistenza del fuoco hanno dapprima distrutto al cabina poi le fiamme hanno intaccato l'impianto elettrico che ha propagato l'incendio a tutto il mezzo fino allo scoppio del serbatoio. I vigili del fuoco hanno impiegato due ore per spegnere le fiamme. Totalmente da rottamare ciò che è rimasto. «Avevano finito di pagarla a dicembre, quando mai riusciremo ad avere 150 mila euro per ricomprarla? – commenta Viarengo che prosegue – con questo gesto si è innalzato il livello di insicurezza di tutta la zona e siamo davvero stufi».
Riferendo di un furto da 25 mila euro di ferro semilavorato da un capannone vicino e di uno stillicidio di piccoli atti vandalici e di ruberie cui la sua azienda è soggetta. «Subiamo dai sei agli otto furti all'anno nei container che ci fanno da ufficio: si portano via computer, pc, stampanti, fotocopiatrici. E poi gli attrezzi dell'officina, gli atti vandalici su pinze pneumatiche e altri macchinari che costano svariate migliaia di euro. Dal vicino campo si sono spesso collegati abusivamente alla nostra rete elettrica e abbiamo dovuto piombare rubinetti e contatori dell'acqua perchè ci rubavano anche quella. Ogni mattina portiamo una piccola cisterna di gasolio per rifornire i mezzi del minimo necessario alla giornata, perchè tanto di notte vengono a "succhiarlo" dai serbatoi. Senza contare tutte le volte che viene qualcuno a elemosinare soldi, dai 2 ai 20 euro ciascuno».
E' esasperato Viarengo per una convivenza con il vicino campo rom sempre più difficile. «La pala era parcheggiata vicino alle baracche, hanno rischiato di prendere fuoco anche loro». L'accusa più amara, a nome anche di altri artigiani della zona industriale è rivolta a chi dovrebbe garantire la sicurezza: «Fanno tante riunioni e tanti "tavoli", parlano e decidono, ma qui non viene mai nessuno a vedere come è la situazione reale».
Daniela Peira