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Attualità
Mancanza di vocazioni

Dopo 54 anni le suore di clausura lasciano Albarengo

Il monastero non resterà vuoto: accoglierà le novizie delle Sorelle di Maria Stella Matutina
Dopo 54 anni, a fine aprile, le monache di clausura lasceranno il Carmelo Mater Unitatis di Albarengo a Montiglio Monferrato.

Negli ultimi tempi erano rimaste solamente in tre, un numero non sufficiente per mantenere in vita la loro comunità: la mancanza di nuove vocazioni e l’avanzare dell’età ne avevano dimezzato il numero. Una delle suore si trasferirà al Carmelo di Cavoretto sulla collina torinese, le altre due al monastero Regina Pacis di Saint Oyen in Val d’Aosta.

Le origini del carmelo montigliese risalgono all’aprile 1971 quando dal monastero di Santa Maria Maddalena de’ Pazzi di Firenze arrivò un gruppo di sette monache, invitate dal cardinale Michele Pellegrino, arcivescovo di Torino, che aveva ricevuto in dono la ottocentesca villa Puzzi da Fanny Scevola (ultima discendente di Domenico Puzzi, famoso suonatore di corno emigrato a Londra dove aveva fatto fortuna) e l’aveva trasformata in monastero di clausura.

Sabato 26 aprile alle 18 il vescovo di Casale Monferrato monsignor Gianni Sacchi presiederà una celebrazione eucaristica per salutare e ringraziare le religiose per il prezioso servizi svolto con la loro presenza e la preghiera.

Il carmelo non resterà però vuoto in quanto arriverà un’altra famiglia religiosa, le Sorelle di Maria Stella Matutina, fondata nel 2014 dal vescovo di San Sebastian, in Spagna; hanno conventi in varie parti del mondo e in Italia sono già presenti nelle diocesi di Parma, Siena e Ivrea. Sono monache non di clausura, ma contemplative, che seguono una vita fatta di silenzio, preghiera delle Ore, adorazione, lavoro manuale e studio della teologia e della filosofia.

Il progetto è di creare ad Albarengo il loro noviziato, dove potrebbero trasferirsi 15 giovani novizie per il loro percorso di formazione.

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