L’emigrazione italiana in Sud America fu un fenomeno di massa che coinvolse milioni di persone tra la fine dell’Ottocento e il secondo dopoguerra. Spinti da povertà, crisi agricole e mancanza di lavoro, molti italiani, inizialmente dal Nord e poi soprattutto dal Sud, cercarono fortuna oltre oceano.
Le principali destinazioni furono Argentina e Brasile, seguite da Uruguay e Cile. In Argentina, dove arrivarono circa due milioni di italiani, l’influenza italiana è ancora fortissima nella lingua, nella cucina e nella cultura. In Brasile, molti lavorarono nelle piantagioni di caffè, specialmente nello stato di San Paolo, e oggi si contano oltre 30 milioni di italo-brasiliani.
Gli emigrati svolsero per lo più lavori manuali e agricoli, ma col tempo riuscirono a integrarsi e a migliorare la propria condizione sociale. La loro eredità culturale è ancora viva grazie a scuole, associazioni, giornali e una forte identità italo-discendente.
Questo è un fenomeno che ha interessato tutta l’Italia, persino un paese come Bruno. A tal proposito domenica 13 aprile alle 15 alla sede del gruppo alpini ci sarà un incontro formativo sul fenomeno dell’emigrazione in sud America con relatore il ricercatore del circolo dei Marchesi del Monferrato Giancarlo Libert.
[In foto italiani in partenza durante gli anni dell’unità d’Italia]