Cerca
Close this search box.
Sala Pastrone incontro sul futuro Piano Socio Sanitario
Attualità
Galleria 
Incontro

Sanità, dal 1° gennaio Cup on line, con l’intelligenza artificiale, per prenotare le visite anche da smartphone

In Sala Pastrone Fratelli d’Italia ha organizzato un confronto con gli assessori regionali Riboldi e Marrone per illustrare il nuovo piano socio sanitario del Piemonte

“Verso il nuovo piano socio sanitario della Regione Piemonte” è stato il tema di un incontro, organizzato in Sala Pastrone dal gruppo di Fratelli d’Italia, al quale hanno partecipato gli assessori regionali alla Sanità, Federico Riboldi, e all’Integrazione Socio-Sanitaria, Maurizio Marrone. Presenti tra i relatori anche il consigliere regionale di FdI Sergio Ebarnabo, il sindaco di San Damiano e presidente del Consorzio Cogesa Davide Migliasso e il presidente provinciale di FdI, Luigi Giacomini.

Un tema molto complesso quello in agenda, perché collega il comparto della Sanità regionale (con tutte le criticità note come carenza di medici e infermieri, liste d’attesa interminabili, un Pnrr da portare avanti che, nel caso dell’Astigiano, ha un nodo nel recupero dell’ex Maternità a cui si aggiunge la conclusione del cantiere del nuovo presidio sanitario della Valle Belbo) alle politiche sociali e di assistenza domiciliare, ma anche nelle case di riposo. Come conciliare le esigenze dei settori per garantire, a tutto tondo, i servizi ai cittadini?

«L’attuale piano, risalente al 2011, ha sicuramente rappresentato una tappa importante, – ha commentato Ebarnabo – basti pensare alla scelta strategica che ha portato alla costruzione dell’ospedale di Asti. Ma oggi risulta superato dalle nuove esigenze della popolazione. Oggi il 40% degli utenti ospedalieri è affetto da malattie croniche. Numeri che impongono una revisione profonda del nostro modello di assistenza. Serve un piano nuovo, con una forte impronta sociale, che tenga conto delle difficoltà legate all’invecchiamento della popolazione, alla carenza di personale sanitario, alla pressione sui servizi e alla necessità di integrare tecnologie innovative come l’intelligenza artificiale nella gestione sanitaria. La Regione spende ogni anno circa 12 miliardi di euro in Sanità: una cifra enorme, ma non più sufficiente». Per Migliasso ci sono punti fondamentali sui quali lavorare per estendere e garantire i servizi ai cittadini: «Come lavorare sui servizi alla domiciliarità o incrementare la medicina territoriale, – ha osservato – soprattutto nella nostra provincia dove ci sono 117 comuni, molti dei quali piccoli e poco serviti dai mezzi di trasporto».

A fare il punto sulle novità già attivate o che arriveranno nel nuovo piano socio sanitario è stato l’assessore Riboldi. Tra le soluzioni in cantiere spicca la completa modifica del sistema di prenotazione Cup per le visite specialistiche, che sarà attivo dal 1° gennaio 2026, integrando intelligenza artificiale e canali di prenotazione online e tradizionali. Un sistema moderno, che terrà conto dei primi accessi e delle cronicità, delle disdette affinché i posti liberi siano subito offerti a chi è in attesa, con una web app con la quale i cittadini potranno prenotare direttamente on line e dove troveranno tutti i loro dati sanitari. Resteranno comunque attivi anche i canali tradizionali per la prenotazione degli esami. In questo momento le liste d’attesa sono “sfoltite” attraverso prestazioni aggiuntive serali e nel fine settimana per recuperare i ritardi accumulati anche a causa della pandemia Covid-19.

«La carenza di personale medico e infermieristico è un’altra sfida cruciale, – ha evidenziato Riboldi – dovuta a una programmazione inadeguata negli anni passati con il sistema del numero chiuso alla facoltà di Medicina. Dobbiamo lavorare anche sull’estero, fare convenzioni di carattere universitario con Paesi italofoni. Poi penso ai medici israeliani di cui già 65 vorrebbero venire a lavorare in Piemonte perché in Israele esiste una situazione socioeconomica difficile. Abbiamo alcuni medici israeliani che lavorano già nella sanità piemontese che fanno da tutor e noi li accogliamo a braccia aperte. Abbiamo visto gli emissari di un gruppo di 50 medici argentini di origine italiana, quindi abbastanza italofoni, che vorrebbero venire a lavorare qui. Abbiamo la possibilità di fare accordi, di aprire sedi universitarie delle nostre università in Albania, dove formiamo con i nostri metodi, con i nostri standard e assumiamo direttamente i laureati. Finché non avremo più medici che fanno l’esame diagnostico, avremo coda sugli esami diagnostici».

L’assessore regionale Marrone ha invece sottolineato come il sociale abbia subito trasformazioni ancora più profonde rispetto alla Sanità, soprattutto a causa dell’invecchiamento della popolazione e dell’aumento delle esigenze di cura e assistenza. «L’obiettivo è concretizzare una vera integrazione tra i servizi sanitari e sociali, superando le mere dichiarazioni di principio e traducendola in un lavoro d’équipe multidisciplinare e in un’organizzazione politica e amministrativa efficace». Al centro di questo piano anche le Rsa a cui si rivolgono le famiglie, quando possono permettersi le rette e se le cure domiciliari non sono più fattibili. «La Rsa, ma in generale la residenzialità per le persone non autosufficienti, costituisce una di quelle frontiere sulle nuove necessità – aggiunge l’assessore Marrone – Chiaramente noi cerchiamo di stimolare e supportare il più possibile le cure e l’assistenza domiciliare perché è ovvio che ogni cittadino preferisce essere assistito e curato a casa propria. Però la residenzialità resta comunque l’unica strada percorribile quando le esigenze di cura diventano insostenibili per la famiglia di appartenenza, quindi un ricovero diventa necessario. Sappiamo che, purtroppo, si tratta di rette molto onerose se devono essere sostenute a livello privato. Come Regione abbiamo contribuito a sostenere le famiglie con una misura di sollievo, in particolare con il voucher Scelta Sociale, che ha consentito di utilizzare 90 milioni di euro di fondi strutturali europei per pagare, da ormai due anni, oltre 7.000 voucher. Siamo in procinto di prorogare questo aiuto per un altro anno proprio sostenendo i costi di assistenza domiciliare e anche residenziale, quindi le rette delle Rsa, con voucher di 600 euro al mese. Soldi che vengono bonificati direttamente alla struttura nel caso della residenzialità e alla famiglia nel caso della domiciliarità».

L’obiettivo della Regione è di terminare l’estate con l’approvazione del nuovo piano socio-sanitario in aula che vuole essere «la carta d’identità del sociale e della sanità dei prossimi 20 anni».

[foto Ago]

Condividi:

Facebook
Twitter
WhatsApp

Le principali notizie di Asti e provincia direttamente su WhatsApp. Iscriviti al canale gratuito de La Nuova Provincia cliccando sul seguente link

Lascia un commento

Il tuo indirizzo email non sarà pubblicato. I campi obbligatori sono contrassegnati *


Il periodo di verifica reCAPTCHA è scaduto. Ricaricare la pagina.