Attore, cabarettista, autore teatrale e pittore. O meglio, un pittore con lhobby della recitazione, come lui stesso amava definirsi. Felice Andreasi, classe 1928, torinese di nascita ma
Attore, cabarettista, autore teatrale e pittore. O meglio, un pittore con lhobby della recitazione, come lui stesso amava definirsi. Felice Andreasi, classe 1928, torinese di nascita ma astigiano dadozione, sarà ricordato questa sera (venerdì) a Cortazzone. Nella Biblioteca civica di via Roma, sarà presentato il libro Felice Andreasi Un pittore in scena tra teatro, cinema e tv a cura di Antonio De Lucia, Alessandro Gaido e Franco Prono (Daniela Piazza Editore), e proiettato il documentario Felice lattore che dipinge di Antonio De Lucia ed Enrico Venditti. Quello di stasera è solo uno degli appuntamenti nel calendario di iniziative volute dallAssociazione Piemonte Movie per ripercorrere e ricordare una vita ricca di passione, nel decennale della scomparsa dellartista.
Il calendario è organizzato in collaborazione con il DAMS dellUniversità degli Studi di Torino, il Museo Nazionale del Cinema, Film Commission Torino Piemonte, la Città di Cherasco, la Famija Turineisa, il Circolo dei Lettori, le circoscrizioni 4 e 8 di Torino e il Comune di Cortazzone, dove Andreasi ha vissuto. «In molti casi i migliori talenti non ricevono in vita tutte le attestazioni che meriterebbero, ricavandone di conseguenza un immeritato oblio – commentano gli autori del libro – Il nostro lavoro è nato grazie al tenace e costante interessamento del fratello Eufemio, alle testimonianze rese da amici, attori, registi, e alla disponibilità della moglie Maria Grazia nel darci laccesso a testi, fotografie e riproduzioni di quadri, ha lo scopo di far sì che ciò non accada allattività artistica di Andreasi, mettendo in risalto le grandi doti di uomo di spettacolo ma anche la maestria di pittore».
Andreasi amava cimentarsi, rigorosamente da autodidatta, nelle più diverse forme darte. La sua carriera inizia a teatro, dove interpreta Mercadet laffarista di Balzac e dove lavora con i maggiori esponenti del teatro comico-satirico milanese, Enzo Jannacci, Cocchi Ponzoni e Renato Pozzetto, scrivendo personalmente i testi che recita sul palcoscenico. Negli anni Settanta e Ottanta arrivano la radio, il cabaret e la televisione. Poi il cinema, con la partecipazione a Storia di ragazzi e ragazze di Pupi Avati nel 1989, Unanima divisa in due di Silvio Soldini (1992) e Pane e tulipani (2000), ancora di Soldini, che gli valse il Nastro dargento. Meno nota la sua passione per la pittura, che portò avanti per tutta la vita, ispirandosi ai grandi maestri del passato, senza mai esporsi, ma ricevendo unanimi attestati di stima da parte degli addetti ai lavori.
Marzia Barosso