Davide Lajolo è rivissuto, all’Arcoscenico, nella musica, nelle parole e nei pensieri dei numerosi intervenuti alla presentazione della ristampa de «Il voltagabbana», libro pubblicato nel 1963 in cui il politico, scrittore, poeta e giornalista, spiega e approfondisce i motivi che, dopo una giovinezza trascorsa dalla parte dei fascisti, lo portarono a combattere per la Resistenza.
A presentare la nuova edizione del libro il critico letterario, presidente del Polo del ‘900, Alberto Sinigaglia mentre Sergio Danzi ne ha letto alcuni brani, Daniele Dal Colle accompagnato da Annalisa Franco ha cantato alcune sue Ballate ed undici allievi della scuola di recitazione l’Arcoscenico, hanno letto alcuni loro pensieri sulla Liberazione. Ad affiancare l’evento una mostra a tema di Amelia Platone, sculture di Paolo Spalla e ritratti di Sergio Unia.
Un frammento del film “La strada più lunga” con Gian Maria Volontè (ispirato a «Il voltagabbana»), la lettura di alcune pagine del libro e una ballata hanno quindi introdotto sul palco Laurana Lajolo e Alberto Sinigaglia: «Sto partecipando a tanti incontri per gli ottant’anni della Liberazioni ma questo, – ha esordito Sinigaglia – mi è particolarmente caro perché la conoscenza con Davide Lajolo, nel tempo, si trasformò in amicizia». Sinigaglia ha poi presentato Laurana Lajolo «la bambina che seguì suo papà nella stesura del libro, – ha detto – il papà scriveva a penna e la bambina trascriveva a macchina, facendo forse qualche correzione»; Laurana ha raccontato di quando abitavano a Milano, della forza della madre e del «fardello» del fascismo che suo padre si portò dietro tutta la vita, delle chiacchierate con lui, delle poesie con cui la «nutriva» e della necessità che lui ebbe di scrivere «Il voltagabbana», «per far capire ai giovani le scelte sbagliate e quelle giuste». Ha ringraziato, attraverso i figli presenti in sala, Dionigi Massimelli (Nestore) e Battista Reggio (Gatto) «il primo garantì sull’onestà intellettuale di mio padre, il secondo, all’inizio più sospettoso, in seguito gli fu di grande sostegno ed entrambi sono raccontati nel libro».
Infine le bellissime letture dei ragazzi: «mi è servito riflettere sul concetto di liberazione – ha commentato Francesco Spaccamonte – mi sono immedesimato in quelle situazioni e ho capito cosa significava essere partigiani»; «stiamo preparando uno spettacolo che apre una finestra sulla vita dei partigiani più giovani – ha aggiunto Ajla Villari – i ragazzi, che andavano a combattere, le ragazze, che rimanevano a casa a lavorare; argomenti che ci hanno toccato molto e commossi». Con la ballata «La fionda e la penna (storia di Davide e di Ulisse)», Daniele Dal Colle ha concluso l’incontro: «nel ritornello – ha sorriso – c’è l’incontro tenerissimo con una bambina, quella che adesso è lì sul palco».
Foto Agostino Santangelo