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Attualità
Il caso

Effatà, Libera, Agedo, le Acli e il Coordinamento Asti Est contestano la nomina del nuovo garante dei detenuti

Ancora commenti critici sul nome di Stefania Sterpetti dopo la pubblicazione di alcuni post su Facebook ritenuti incompatibili con il ruolo che dovrebbe svolgere

La nomina di Stefania Sterpetti come nuovo garante dei detenuti per il carcere di Asti continua a suscitare reazioni negative e commenti critici da parte di diverse associazioni e coordinamenti locali. Le preoccupazioni riguardano la sua idoneità per il ruolo, non avendo mai operato all’interno di una struttura carceraria. Perplessità nate anche alla luce di alcune affermazioni fatte da Sterpetti su Facebook, una commentando lo sciopero della fame di Cesare Battisti e l’altra riportando un’immagine di Benito Mussolini. Frasi scritte anni fa, poi riemerse poche ore dopo la nomina, quindi cancellate dal social network da ignoti, stando a quanto raccontato dalla diretta interessata che ha negato di averle rimosse di sua iniziativa.

L’Associazione Effatà definisce la nomina un «peccato», lamentando la perdita di un’occasione significativa per illuminare l’importanza della giustizia sociale e della dignità umana. «Che peccato, quando chi ha il privilegio di essere al servizio della comunità sceglie di manifestare il suo potere invece di privilegiare lo spirito di servizio, dimenticando che la vera “Politica” parte
dall’ascolto e dal riconoscimento delle competenze, anche quelle di chi non la pensa come te – scrive il segretario Giuseppe Passarino per conto dei volontari – L’umiltà di riconoscere gli errori, di mettere da parte la vanità e di ritornare al vero spirito di servizio, può trasformare un peccato in occasione di grazia. Chi si proclama cattolico praticante ha il dovere morale e spirituale di fare questo passo, di lasciare che l’umiltà superi l’orgoglio e che il cuore torni alla sua missione originaria: servire gli altri con amore».

Anche il Coordinamento provinciale di Libera apprende la notizia della nomina, avvenuta in Consiglio comunale, con parecchie perplessità e dubbi. «Genera sdegno e lascia attoniti la scelta di una figura che manca di esperienza professionale o di volontariato nell’ambito delle case di reclusione – scrivono dal Coordinamento – e che ha dimostrato assoluta mancanza di empatia nei confronti dei bisogni dei detenuti». Libera, ricordando le parole del fondatore Don Luigi Ciotti, ricorda come “le pene non possono consistere in trattamenti contrari al senso di umanità e devono tendere alla rieducazione del condannato”. «In considerazione delle esternazioni effettuate (dalla dottoressa Sterpetti ndr), vi è ragione di credere che questa nomina non sarà all’altezza di un compito così delicato».

Agedo di Asti si unisce alle voci preoccupate per la designazione del nuovo garante. L’associazione ritiene che le sue «dichiarazioni passate risultino incompatibili con il ruolo» che è stata chiamata a svolgere. «Abbiamo visto quali sono le sue priorità nei confronti delle persone detenute: sperare che “si tolgano di mezzo da sole” – continuano dal sodalizio – Ci auguriamo che questa decisione venga rivista per designare una persona che possa avere veramente a cuore i diritti di una categoria di persone spesso dimenticata dalla società».

Non manca la presa di posizione del Coordinamento Asti Est: «C’è un vecchio detto astigiano che recita: “la galera è mica fatta per i cani, è fatta per i cristiani”, dove ‘cristiani’ – nel linguaggio dei tempi andati – sta a significare semplicemente esseri umani. Vuol dire che chi commette un reato va in prigione ma non per questo perde la sua qualifica di essere umano, non diventa un animale o un sub-umano (o untermenshen come dicevano i nazisti, quelli di cui il 25 Aprile celebriamo la sconfitta, loro e dei loro amici fascisti). Questa elementare consapevolezza dovrebbe essere il minimo sindacale per un Garante dei detenuti, forse il minimo sindacale per potersi definire essere umani. Certo inquieta pensare che costei è stata un medico, non esiste più il giuramento di Ippocrate? Il giuramento che i medici devono sottoscrivere e che li impegna ad alleviare le sofferenze?»

Le Acli provinciali giudicano «con sorpresa e sconcerto la nomina» spiegando che «il ruolo di garante delle persone private della libertà dovrebbe costituire (e questo avviene da molte parti in maniera egregia) una garanzia per i detenuti all’interno di un confronto costruttivo e generativo con le varie componenti del sistema carcerario per creare condizioni di vita adeguate e per affermare i diritti di tutte le componenti interessate». «Crediamo che per esercitare compiutamente un ruolo così delicato servano insieme competenze e sensibilità, visione e idealità, condizioni che, a nostro avviso, non sono state rispettate con la recente nomina – rimarcano dalla presidenza – Chiediamo pertanto al Consiglio comunale di ritornare sui propri passi e di votare una soluzione più consona e di alto profilo. Il carcere e i detenuti che vi sono ristretti devono essere parti di questo territorio e non restare “invisibili”».

[nella foto Stefania Sterpetti, eletta garante dei detenuti del carcere di Quarto]

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