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Il Comune cerca un garante dei detenuti
Attualità
Il caso

Garante dei detenuti, il bando del Comune di Asti non prevedeva alcun tipo di requisiti o esperienze nel settore

Altrove, come a Pavia, Novara o nella stessa Regione, è necessario aver «ricoperto incarichi istituzionali di responsabilità e rilievo nel campo delle scienze giuridiche, dei diritti umani, ovvero delle attività sociali negli istituti di pena»

Mentre l’indignazione da parte di gruppi politici del centrosinistra, di associazioni e coordinamenti locali continua a tenere viva la querelle dopo la nomina, decisa dalla maggioranza dei voti espressi in Consiglio comunale, di Stefania Sterpetti a nuovo Garante dei detenuti del carcere di Asti, c’è da chiedersi se il caso possa essere nato anche, ma non solo, per via delle modalità con cui è stato scritto il bando di selezione dei candidati a ricoprire quel ruolo.

Avviso di ricerca che si trova on line, sul sito del Comune di Asti e che, leggendolo con attenzione, non prevede alcun tipo di requisito o di esperienza pregressa nel campo del sociale, men che meno una conoscenza diretta o indiretta del mondo carcerario. Niente di niente. L’unico impedimento previsto nel bando, datato 27 febbraio 2025 e firmato dal sindaco Rasero, è che l’incarico «è incompatibile con l’esercizio contestuale di funzioni pubbliche nei settori della giustizia, della sicurezza pubblica e della professione forense e con la funzione di consigliere o assessore comunale, provinciale e regionale».

Quindi ad Asti, nonostante le motivate osservazioni di chi contesta alla dottoressa Sterpetti di non avere esperienza nel campo, chiunque, anche senza alcun tipo di esperienza con il mondo carcerario e con le problematiche a esso collegate, poteva partecipare alla selezione ed essere scelto come Garante. Non come in altre città o province dove, per nominare il Garante dei detenuti, si predispongono bandi più dettagliati nei quali qualche requisito specifico è richiesto.

Come nel caso della Provincia di Pavia che, nel suo Regolamento per il Garante dei detenuti, all’articolo 3 prevede che «possono presentare la propria candidatura a Garante tutti coloro che risultino avere una comprovata esperienza e/o formazione culturale nel campo della tutela dei diritti delle persone, delle scienze giuridiche e sociali, delle attività sociali presso gli Istituti di prevenzione e pena e/o l’Ufficio per l’Esecuzione Penale Esterna e una conoscenza della realtà carceraria locale, offrendo la massima garanzia di probità, indipendenza, obiettività, competenza e capacità di esercitare efficacemente le proprie funzioni».

Requisiti richiesti anche dal Comune di Novara che, nel bando del 2023, aveva specificato al punto 3 dell’avviso pubblico «che il Consiglio comunale nomina il Garante scegliendolo fra persone residenti nel Comune di Novara, competenti nel campo delle scienze giuridiche, dei diritti umani, ovvero delle attività sociali negli istituti di prevenzione pene e nei centri di servizio sociale, purché in possesso dei requisiti per la nomina a Consigliere Comunale».

Anche la Regione Piemonte, pubblicando lo scorso febbraio il suo bando per la designazione del Garante regionale delle persone sottoposte a misure restrittive della libertà personale, ha indicato chiaramente che «il Garante è nominato tra persone che abbiano ricoperto incarichi istituzionali di responsabilità e rilievo nel campo delle scienze giuridiche, dei diritti umani, ovvero delle attività sociali negli istituti di prevenzione e pena e negli uffici di esecuzione penale esterna o che si siano comunque distinte in attività di impegno sociale».

Poi resta al Consiglio comunale la facoltà di dire l’ultima parola per designare il nome del Garante che, in ogni caso, per conto del Comune di Asti è una carica che viene svolta a titolo completamente gratuito.

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