Sono passati quindici mesi da quando, nel novembre del 2014, lassessore Mario Sorba era stato interpellato dal nostro giornale su alcuni problemi della viabilità cittadina, a loro volta già
Sono passati quindici mesi da quando, nel novembre del 2014, lassessore Mario Sorba era stato interpellato dal nostro giornale su alcuni problemi della viabilità cittadina, a loro volta già segnalati in unarticolata inchiesta pubblicata a gennaio 2013. Tre anni sono passati, ma la maggior parte delle questioni segnalate dai cittadini sono ancora ben lontane dallessere risolte, nonostante lo stesso assessore avesse annunciato lintenzione di intervenire rapidamente per sistemare ciò che non andava bene.
A cominciare dal parcheggio di piazza Vittorio Veneto, davanti alla Cassa di Risparmio di Asti: luscita dallarea di sosta era (e continua ad essere) pericolosa, perché cè lobbligo per le auto di inserirsi in viale Partigiani allaltezza di una campana del vetro e di un cassonetto per il recupero dei vestiti usati. I contenitori occultano la visuale e ciò rende complicata la manovra, senza contare tutte le auto che entrano nel parcheggio in contromano ignorando la (poco visibile) segnaletica. Invertire lingresso al parcheggio con lattuale uscita risolverebbe il problema che lo stesso Sorba, nel 2014, aveva riconosciuto essere reale: «E verissimo che così non va, perché non ha molto senso per gli automobilisti» aveva dichiarato lassessore al nostro giornale. Dopo quindici mesi, tutto è rimasto esattamente comera.
Non va meglio se ci spostiamo, in auto, in via Morelli e abbiamo necessità di raggiungere la zona di piazza I Maggio. La via più veloce per uscire dal centro è percorrere via Antica Zecca, via Verdi, svoltare in corso Dante (dove cè lobbligo di girare a destra verso corso Alfieri, anche se molti automobilisti lo ignorano), girare a sinistra in via Crispi, via Gambini, via del Cavallino e corso Alfieri. In alternativa è possibile girare da via Crispi in via Verdi, tornare indietro, risalire in via Berruti, immettendosi in via Pietro Micca dove troviamo lobbligo di svolta a destra. Un lungo giro delloca che, oltre a provocare traffico parassitario, costringe gli automobilisti a percorrere strade strette in cerca di una via di fuga. Basterebbe invertire il senso unico in via De Gasperi, oggi diretto da via Pietro Micca a via Testa, per consentire alle auto di lasciare via Morelli in maniera più agevole, arrivando direttamente in largo Martiri della Liberazione. Linversione del senso di marcia era, infatti, allo studio dellamministrazione comunale già nel marzo del 2013, poi non se nè fatto più nulla.
Nellinchiesta del 2013 avevamo anche registrato la curiosa situazione di via Duca degli Abruzzi, trasformata a senso unico tra via Corridoni e viale Partigiani, ma rimasta a doppio senso di marcia tra via Corridoni e corso XXV Aprile. «Si potrà andare solo in direzione di via Corridoni per poi proseguire sul senso unico che cè fino a viale Partigiani» aveva annunciato Sorba nel 2013. Il senso unico mancante non è mai stato istituito, in compenso è rimasto il giallo della segnaletica in prossimità dellincrocio tra via Corridoni e via Duca degli Abruzzi: se si arriva dalla Questura, si ha il divieto di svoltare in questultima dove cè ancora il doppio senso di marcia, ma se si arriva dal parco Biberach, non esiste alcun divieto, situazione che ingenera confusione tra gli automobilisti.
Un risultato è stato invece ottenuto in via Nogaro dove, sulla cima della salita, è stato invertito il senso di marcia dellultimo tratto, quello di collegamento con via Giovanni XXIII togliendo il fastidio per gli automobilisti di dover tornare indietro dopo aver girato intorno alla mini rotonda. Rotatoria che Sorba avrebbe voluto eliminare «perché non serve a nulla, dato che le macchine ci passano sopra», ma che, invece, è ancora al suo posto. Sulle modifiche annunciate e mai realizzate, Sorba commenta: «Torneremo a vedere quelle criticità e cercheremo di intervenire. Certo cè sempre qualcuno che si lamenta quando la viabilità viene modificata, ma ci sono anche i tempi tecnici necessari ad ogni modifica che, purtroppo, possono essere anche molto lunghi».
Riccardo Santagati