Sono parecchie le perplessità sollevate dal Circolo SEquS – Sostenibilità Equità Solidarietà Asti in merito al bilancio dell’Asp e al milione di utile netto che sarà distribuito ai soci. «La generazione di utili in una società che eroga servizi pubblici non può essere valutata unicamente in termini economico-finanziari – osservano Elena Pavarino, Giuseppe Sammatrice, Sabrina Mossetto, Patrizia Montafia e Mara Piazzolla del direttivo locale di SEquS – Quando gli utili risultano particolarmente elevati, come nel caso di Asp, è legittimo chiedersi se siano stati ottenuti a discapito della qualità dei servizi, della pianificazione degli investimenti e della sostenibilità ambientale e sociale. Nel modello misto pubblico-privato, il rischio è che le logiche di profitto prevalgano su quelle dell’interesse collettivo»
SEquS non fa mistero di essere favorevole al fatto che i servizi pubblici essenziali siano affidati a società interamente pubbliche (in house), «capaci di reinvestire gli eventuali avanzi di gestione nel miglioramento dei servizi stessi, nella riduzione delle tariffe e nella promozione dell’innovazione». Per il Circolo, il bilancio dell’Asp «ha dati preoccupanti»: «La raccolta differenziata è in calo costante, mentre la tassa rifiuti (Tari) è aumentata da 125 euro pro capite nel 2019 a oltre 220 euro nel 2023/2024 – continuano i portavoce – Il presidente di Asp ha dichiarato che il risultato positivo deriva da una “rigorosa politica di
ottimizzazione dei costi gestionali”, tuttavia ci chiediamo: quali sono stati gli effetti di questa politica sui servizi offerti? Non si rileva alcun accenno al tema ambientale, né a strategie di miglioramento della raccolta differenziata o di riduzione dei rifiuti indifferenziati. È inoltre necessario ricordare che una minore produzione di rifiuti indifferenziati rappresenterebbe un beneficio ambientale, riducendo la quantità di materiale destinato all’inceneritore di proprietà Iren del Gerbido (TO). In tal senso, investire in prevenzione, educazione ambientale e infrastrutture per la differenziata dovrebbe essere una priorità».
Il Circolo SEquS ha da ridire anche sulle politiche della mobilità urbana: «Se da un lato l’investimento in mezzi elettrici può rappresentare un passo avanti, dall’altro non è sufficiente a contrastare l’inquinamento senza una visione integrata. Ricordiamo che Asti è oggi tra le città italiane con i peggiori indicatori per qualità dell’aria. Serve una strategia più ampia e strutturata, che includa la riduzione del traffico privato in ingresso in città; la creazione di hub intermodali collegati ai caselli autostradali; il potenziamento del trasporto pubblico locale; il ripristino delle linee ferroviarie sospese, come quelle per Chivasso e Casale Monferrato, fondamentali per una mobilità regionale sostenibile e per contrastare l’isolamento di interi territori; lo sviluppo della mobilità ciclabile e pedonale e interventi di forestazione urbana e de-impermeabilizzazione del suolo per mitigare le isole di calore e migliorare la vivibilità».