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Cronaca
Procura della Repubblica

Asti, un altro professore sotto indagine per atti sessuali contro una studentessa

Dopo il caso pubblicato la scorsa settimana per il quale c’è già il processo fissato a fine maggio

Non c’è un solo professore, nelle scuole superiori astigiane, che ha approfittato del suo ruolo dominante sulle studentesse per ottenere in cambio dei favori sessuali.
E’ emerso il giorno stesso in cui abbiamo pubblicato la notizia di un insegnante di una scuola superiore attualmente agli arresti domiciliari (in altra regione d’Italia) in attesa del processo in rito abbreviato fissato per il 28 maggio davanti al Gup Beconi.
Non è il solo ad essere sotto indagine della Procura della Repubblica di Asti.
Anche un altro insegnante, poco più che quarantenne, anch’esso residente in altra Regione che era stato assegnato ad una classe di un liceo astigiano, è sotto indagine con la medesima accusa.
Due insegnanti diversi, docenti di materie completamente diverse, provenienti da regioni diverse, in servizio in scuole diverse, che non si conoscono ma con il tratto in comune di non aver rispettato quel patto di fiducia che le famiglie ripongono in loro ogni volta che affidano i figli alla loro guida didattica e umana.
Il secondo caso è ancora in una fase di indagine e, oltre alla denuncia presentata dalla famiglia della ragazzina di 15 anni che ha ricevuto le pesantissime attenzioni dell’insegnante, non è ancora stato preso alcun provvedimento restrittivo nei confronti dell’uomo, comunque allontanato dal suo ruolo.
In questo caso, ad accorgersi di quanto stava accadendo, è stata la famiglia della ragazzina che, avute le prime conferme leggendo sul cellulare della ragazzina alcuni messaggi totalmente inappropriati fra i due, hanno sporto denuncia.
Sono state eseguite le perquisizioni a carico dell’indagato, sia sul posto di lavoro che presso la propria abitazione e sono stati acquisiti tutti i suoi dispositivi elettronici e il cellulare per l’incrocio dei messaggi e delle comunicazioni con la ragazzina.
Intanto emerge una conferma dalla prima indagine, quella sul primo insegnante scoperto grazie alle confidenze di una studentessa ad una professoressa particolarmente attenta e disponibile all’ascolto.
I sospetti che la ragazza denunciante (minorenne all’epoca dei fatti) non fosse l’unica vittima, sono stati purtroppo confermati dall’analisi dettagliata dei tabulati telefonici e dei messaggi trovati sul cellulare del professore. Ad oggi, così, salgono a due le vittime accertate del suo modus operandi odioso: irretiva le ragazze e, in cambio di atti sessuali consumati nei parchi cittadini o a casa dell’uomo, anticipava gli argomenti e le domande delle prove scritte e largheggiava nei voti.

Questi due casi, oltre a far riflettere sulla sempre maggiore attenzione che bisogna prestare ai comportamenti delle ragazzine e dei ragazzi nell’età fragile quale è l’adolescenza, sono l’occasione per ricordare che è sempre fondamentale denunciare l’accaduto. Si può fare, come accaduto nel primo caso, confidandosi con altri insegnanti o figure di riferimento della scuola oppure con la famiglia oppure ancora chiamando il numero verde nazionale contro la violenza e lo stalking (1522) o, infine, rivolgendosi direttamente alle forze dell’ordine componendo il numero unico di emergenza 112 sapendo che, dall’altra parte, ci sono operatori formati per raccogliere questo tipo di denunce così delicate.

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