«La maggior parte degli anziani – ha detto Andrea Fabbo – ha condizioni di rischio che, se intercettate, possono consentire una buona vecchiaia. La fragilità è invece legata ad un aumento delle patologie ed il ricovero ospedaliero spesso aumenta i problemi; al contrario, fare attività fisica, mangiar bene e stimolare il cervello può servire ad evitare la demenza.» Un’attività interessante sono le “palestre della memoria”, pensate per coinvolgere gli ultrasessantacinquenni in attività psicofisiche di gruppo. San Damiano ha già avviato questi appuntamenti negli spazi della Casa di riposo “E. Pescarmona”: in essi sono coinvolti psicologi e personale specializzato. «Nella macro area di Comuni in cui si trova San Damiano – ha detto Marcello Francesconi – ci sono 3.710 anziani, con 301 casi di demenza, ma qui si è iniziata da anni un’attività di contrasto alla malattia e di sostegno alle famiglie, con i Caffè Alzheimer e altre iniziative.»
Come ha ricordato il sindaco Davide Migliasso, la città di San Damiano si è sempre mostrata attenta, unendo l’impegno pubblico e privato, alla cura delle persone anziane ed in difficoltà. Infine, Giovanni Gorgoni ha sottolineato come Asti sia al primo posto fra le ASL italiane per numero di posti letto in strutture residenziali per ultrasessantacinquenni: sul nostro territorio ci sono 3.273 posti autorizzati, di cui 1.844 accreditati: inoltre, l’assistenza domiciliare è la più capillare del Piemonte. Nonostante questo, resta fondamentale ritardare la fragilità, grazie al lavoro integrato di sanità, comunità, cittadini e imprese. In una società in cui aumentare gli anziani i costi potrebbero diventare insostenibili, per cui diventa fondamentale cercare di stare bene e fuori dall’ospedale.