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Rischio idrogeologico, la Regionedà il via alla rimozione del legname
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Rischio idrogeologico, la Regione
dà il via alla rimozione del legname

La Regione Piemonte sceglie di puntare sulla prevenzione al fine di limitare il rischio idrogeologico e lo fa attraverso una delibera che permette la rimozione del legname che è in procinto di cadere

La Regione Piemonte sceglie di puntare sulla prevenzione al fine di limitare il rischio idrogeologico e lo fa attraverso una delibera che permette la rimozione del legname che è in procinto di cadere nell’alveo dei fiumi o che è già stato trasportato dalle correnti senza necessità di autorizzazioni, delegando il compito alle associazioni che sono attrezzate per svolgere questo tipo di attività unitamente ai coltivatori. Questo è quanto emerso dall’incontro tenutosi lunedì a Cuneo al quale sono intervenuti l’assessore regionale all’ambiente Valmaggia, il viceministro Costa, l’ingegnere Condorelli di AIPO (Agenzia interregionale per il fiume Po), i funzionari della protezione civile e gli amministratori comunali e provinciali. Unico rappresentante astigiano Oscar Ferraris, legale rappresentante dell’associazione volontari protezione civile città di Asti e consigliere delegato al servizio protezione civile che ha definito l’incontro utile e interessante perché ha permesso di fare chiarezza sul nuovo indirizzo regionale in materia di manutenzione fluviale.

«L’incontro, dal quale è emersa la volontà forte della Regione di fare più attività preventiva, si è concentrato in modo particolare sulle problematiche che interessano il fiume Tanaro e i suoi affluenti e per questo si è scelto di discuterne a Cuneo» spiega Ferraris. Insomma, si facilitano le operazioni di pulizia e mantenimento degli alveoli per evitare di dover intervenire a seguito di un’inondazione che, aldilà del pericolo, del danno e del disagio, risulta essere più problematico e molto più costoso. «Entro fine mese vorremmo organizzare insieme all’amministrazione comunale e all’assessore regionale all’agricoltura Ferrero una conferenza ad Asti per spiegare agli agricoltori quali sono le attività ora permesse senza autorizzazioni – aggiunge ancora Ferraris che, tornando sulla situazione astigiana spiega – seppur il Tanaro presenti alcune criticità nel cuneese come nell’astigiano e nell’alessandrino, a necessitare di maggiori interventi nella nostra provincia sono i suo affluenti e in particolare il Versa e il Borbore.

Per questo da sei anni, la nostra associazione, grazie a 50 volontari e un buon numero di personale qualificato all’utilizzo delle motoseghe (dal 2013 è obbligatorio il patentino), interviene periodicamente nella rimozione non solo di legname, ma anche di rifiuti abbandonati (fenomeno fortunatamente in calo) o piccoli arbusti che, in caso di piena, rischiano di creare pericolose barriere con il conseguente rallentamento del flusso delle acque e un innalzamento del livello. Sabato, per esempio, abbiamo ultimato la pulizia del rio Rilate in prossimità del ponte di corso Torino; un lavoro di manutenzione che l’associazione svolge per conto del Comune che – precisa Ferraris – in qualità di proprietario dei ponti, è responsabili della pulizia del corso d’acqua per un tratto di 50 metri a monte e 50 metri a valle della struttura». Più problematici gli interventi di dragaggio dei fiumi che devono sottostare a una preventiva perizia idrogeologica e al piano di bacino e la quantità di materiale rimosso non può superare, in Pimonte, il limite massimo di 10 mila metri cubi.

Marzia Barosso

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