Tra i banchi del Consiglio comunale di Asti è stato scritto un nuovo capitolo del braccio di ferro tra chi chiede di revocare la cittadinanza onoraria a Benito Mussolini, che gli era stata concessa, ad Asti come in molti altri Comuni d’Italia, nel 1924 e chi, come il sindaco Maurizio Rasero, pensa che non sia necessario revocarla perché il Duce è morto e, di conseguenza, «non ha senso togliere la cittadinanza a uno che non c’è più». A riportare al centro del dibattito la discussione è stata un’interpellanza dei consiglieri comunali Malandrone, Briccarello, Bosia, Miroglio e Cerruti che hanno evidenziato come anche la città di Salò ha votato la revoca della cittadinanza onoraria al Duce.
«Salò l’ha revocata in modo simbolico, perché Asti non può fare altrimenti?» hanno domandato i consiglieri comunali sperando di convincere l’amministrazione Rasero a prendere un analogo provvedimento. Ma senza riuscirci. In verità proprio il sindaco, rispondendo all’interpellanza, ha più volte rimarcato il suo essere antifascista e condannato il regime di Mussolini e, in particolare, le leggi razziali. «Credo che ormai tutti sappiate come la penso – ha detto il primo cittadino – Non ho niente a che fare con quel regime che sotto molti punti di vista disprezzo. Penso che abbia scritto tante pagine brutte che non si debbano ripetere della nostra storia. Se anche si sono fatte delle azioni di un certo tipo, sono state tutte completamente cancellate con un unico episodio, le leggi raziali, con le quali dalla sera alla mattina alcuni cittadini si sono visti privati dei loro diritti […] Oggi quella persona è morta e non ha senso andare a dire “tolgo la cittadinanza a uno che non c’è più”. Vogliamo dire che Mussolini è stato un dittatore? Certo che lo diciamo e sarebbe scemo chiunque in questa stanza pensasse diversamente. Vogliamo dire che siamo entrati in una guerra che ha portato morte distruzione? Certo che lo diciamo. Possiamo andare avanti all’infinito, ma credo che la mia posizione sia dimostrata dagli interventi che faccio col cuore il 25 Aprile».
Se, come ha confermato Rasero, togliere la cittadinanza potrebbe essere «un gesto simbolico per qualcuno», per altri chiudere con la cittadinanza di Mussolini, una volta per tutte, sarebbe un segnale importante se fatto in maniera ufficiale. Lo stesso consigliere Malandrone ha evidenziato di apprezzare «l’antifascismo dimostrato più volte dal sindaco» anche con l’iniziativa della posa di alcune pietre d’inciampo nel centro storico di Asti per ricordare le vittime delle deportazioni nei campi di concentramento.
Ma adesso, rispetto al passato, il caso “cittadinanza onoraria” ha acquisto un nuovo punto di riflessione. «Mi vien da dire che a questo punto, se è decaduta la cittadinanza di Benito Mussolini (con la sua morte ndr) – ha osservato Malandrone – sono decadute anche altre cittadinanze, no? Lo stesso Papa Francesco, nominato cittadino onorario di Asti, non lo è più perché è deceduto. Ecco, questa interpretazione non mi convince fino in fondo». In sintesi, o Mussolini è ancora cittadino onorario di Asti (e con lui anche il generale Pietro Badoglio che ha ottenuto la cittadinanza nel 1925) e quindi lo è anche Papa Francesco, oppure non lo è più nessuno di loro. Come non lo sono gli altri che l’hanno attenuta da vivi e ora non ci sono più.
Ma davvero i morti perdono le cittadinanze onorarie? Perché c’è anche un precedente interessante: il Milite Ignoto. Che senso ha avuto dare la cittadinanza onoraria di Asti al Milite Ignoto, nel 2021, se non come atto simbolico di unità nazionale? Soprattuto alla luce del fatto che non solo l’ha ottenuta da morto, ma anche senza che si conosca il suo nome. Più simbolico di così. «Le cittadinanze onorarie sono riconoscimenti simbolici, – aveva spiegato a suo tempo il Segretario Generale del Comune Giuseppe Formichella – Aver conferito la Cittadinanza Onoraria al Milite Ignoto rappresenta un atto di alto significato politico, ma da questo non scaturiscono aspetti di particolare rilievo».
Insomma, sembrerebbe che le cittadinanze onorarie abbiano ancora un certo peso, per i vivi come per i morti.