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Attualità
Il caso

«Il Comune di Asti dev’essere “più aggressivo” nel recuperare i crediti»

L’opposizione invita a un cambio di passo: «Ci sono 16 milioni di euro di sanzioni stradali non pagate»

“A pagare si è sempre in tempo”, dice il proverbio e molti astigiani sembrano averlo preso alla lettera, specie quando devono pagare la Tari o le sanzioni stradali, a cominciare dalle multe. Se, poi, a non incassare è il Comune, ecco che si aprono questioni di primaria importanza come la solidità del bilancio e l’erogazione dei servizi ai cittadini.

A oggi nel bilancio del Comune di Asti c’è un fondo crediti di dubbia esigibilità da oltre 34 milioni di euro di cui 13.456.078 per il tributi sui rifiuti e i servizi (Tari) e oltre 16.272.518 per sanzioni stradali non pagate. A chiedere all’amministrazione un’azione più incisiva per recuperare i soldi che mancano sono i gruppi consiliari di minoranza riaprendo una questione nota da tempo. È il consigliere comunale Roberto Migliasso (Asti Oltre) ad analizzare i numeri e proporre soluzioni per recuperare fondi definiti vitali.

«Il Comune si trova in una crescente difficoltà a trovare i soldi per erogare i servizi – commenta – La radice del problema risiede nei crediti inesigibili, il cui fondo di copertura è lievitato in modo preoccupante: nel 2015 era di 12 milioni, ora è salito a 34. Questo significa che la percentuale dei crediti difficilmente recuperabili sui residui attivi di parte corrente è passata dal 36% nel 2015 al 66% nel 2024». Anche nell’ultimo Consiglio comunale si è parlato di bilancio, ma per Migliasso c’è una precisa responsabilità politica. «Non si può sempre scaricare la colpa sul Covid perché è vero che lo Stato ha bloccato la riscossione dei tributi per un anno a causa della pandemia, ma il problema persiste e richiede un intervento attivo». Anche la Corte dei Conti, pochi giorni fa, ha segnalato al Comune la sua limitata capacità nell’andare a recuperare queste somme che per Migliasso «impediscono, non incassandole, di avere una visione strategica». In parole povere, il Comune dev’essere «più aggressivo» nell’attività di recupero crediti. Ma come?

«Tentando di recuperare anche le somme per piccole multe, bloccando i veicoli di chi non paga con i fermi amministrativi e sfruttando gli strumenti informatici disponibili – sottolinea Migliasso – Al tavolo del Prefetto l’amministrazione deve chiedere che le forze dell’ordine collaborino per questi controlli, per esempio sui fermi amministrativi dei veicoli, ma occorre fissare obiettivi di recupero, come un 10% all’anno dei crediti inesigibili, pari a 3,5 milioni di euro».

Migliasso suggerisce un “modello aziendale” di gestione dell’Ente, «valutando costi e benefici del recupero, attraverso una ricerca di agenzie esterne specializzate in questo compito». Il Comune ha un suo ufficio di impiegati addetti al recupero dei crediti con l’obiettivo di “inseguire” i creditori anche per quelle piccole somme che, messe assieme, farebbero la differenza. «Sarebbe interessante dare delle premialità al personale che riesce a incamerare questi crediti» aggiunge Migliasso. La minoranza si dice pronta a una collaborazione affinché il Comune raggiunga gli obiettivi: «Non possiamo fare passi indietro – conclude Migliasso – perché il rischio, nei prossimi anni, è vedere crescere ancora di più il Fondo crediti, ma anche diminuire i servizi».

Replica l’amministrazione: «Ufficio tributi rafforzato e cartelle esattoriali più tempestive»

Crediti inesigibili? Ci sono, ma l’amministrazione Rasero ha messo in atto una serie di azioni mirate proprio per intervenire sul problema delle mancate riscossioni e per arginare l’aumento delle cifre non pagate all’Ente.
«Il Comune, a decorrere dal 2019, ha scelto di gestire direttamente tutte le fasi della riscossione delle entrate tributarie con un proprio ufficio interno – spiega l’assessore al Bilancio, Stefania Morra – Questa modalità organizzativa permette di avere un controllo diretto dell’intero ciclo di recupero del credito, svolgere le attività in piena autonomia, dedicare più attenzione alle situazioni debitorie dei contribuenti e disporre di banche dati più aggiornate, con vantaggi sulla correttezza della pretesa impositiva, oltreché una piena effettività delle entrate che rendono fattibili le politiche pubbliche locali. Con l’attività accertativa posta in essere, il grado di riscossione raggiunge il 93% e, con l’ultima fase, relativa all’esecuzione coattiva, le percentuali di incasso si attestano a valori compresi tra il 94% e oltre il 99%, in funzione dello stato delle procedure esperite».

Da dicembre è aumentato anche l’organico dell’Ufficio tributi e per l’assessore, che comunque rimarca anche le novità in fatto di Tari e controlli sull’anagrafica dei contribuenti, «la fase coattiva, per svolgere al meglio la sua funzione di deterrenza, deve essere efficace, tempestiva e necessita di interventi mirati all’azione di recupero di quei crediti di minor valore unitario che contraddistinguono le entrate comunali».

Secondo il consigliere Renato Berzano, delegato alle Partecipate, ex assessore al Bilancio, ma anche revisore dei conti in diversi Comuni, una delle criticità nasce dall’affidamento dei crediti pendenti all’Agenzia delle Entrate-Riscossione. «Prima era del tutto pubblica e non operava guardando l’economicità dell’azione di recupero – osserva Berzano – Oggi, invece, fa una valutazione su costi e benefici decidendo se “c’è ciccia” che giustifichi l’azione di recupero». Quindi inseguire il debitore del Comune per una multa da 45 euro non conviene, in termini costi/benefici, cosa che invece l’ufficio di riscossione interno del Comune può e intende portare all’incasso.

«Senza considerare che, in queste azioni di recupero dell’Agenzia di Riscossione, i Comuni non sono i primi nella lista dei creditori, specie se guardiamo alle grandi cifre non pagate: – spiega Berzano – prima incassa l’Europa, poi lo Stato, l’Inps, le Regione e solo dopo i Comuni. Ecco perché, fin dal 2019, quando venni nominato assessore, pensammo di iniziare a portare il recupero crediti “in house” così da reclamare ogni singolo credito, dalla sanzione di modesto importo a cifre più consistenti». Però, sulle modalità di recupero delle multe proposte dalla minoranza, Berzano è dubbioso: «Non penso proprio che effettuare il fermo amministrativo dei veicoli a chi non paga le multe sia una strada percorribile senza avere una sentenza di un giudice che lo autorizzi».

[nella foto il consigliere comunale Roberto Migliasso]

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