I bisogni dei più poveri e dei ragazzi disabili possono essere un valido motivo per fermare la corsa del Palio, almeno per quest'anno? Intorno a questa opzione, paventata nei discorsi di alcuni
I bisogni dei più poveri e dei ragazzi disabili possono essere un valido motivo per fermare la corsa del Palio, almeno per quest'anno? Intorno a questa opzione, paventata nei discorsi di alcuni consiglieri di minoranza anche in modo provocatorio, si è innescata l'ultima querelle politica.
Il consigliere Maurizio Lattanzio (Lista Civica), evidenziando lo stato di difficoltà economica che il bilancio crea nell'ambito dei servizi sociali, ha commentato: «Ma voi pensate veramente che i cittadini astigiani non sarebbero in grado di capire che magari, per 2 o 3 anni, per problemi di bilancio, il Palio non si può fare? E che quei 200.000 euro dell'appalto li dedichiamo a dare soldi a coloro che non possono pagare l'affitto? Io credo che i cittadini capirebbero. La mia impressione è che i comitati vivano il Palio in maniera molto intensa ma i cittadini astigiani lo vivono solo in quella settimana». Le parole di Lattanzio sono state però mal digerite dal sindaco e ciò ha provocato una querelle degenerata oltre l'immaginabile. Gianfranco Imerito (Lista Civica), sempre rimanendo in tema, ha invece sollevato enormi perplessità sul futuro museo del Palio, finanziato con fondi Pisu, il quale comporterà un aggravio di spese per il Comune, per il suo mantenimento, in tempi dove mancano fondi anche per le spese inderogabili.
I due consiglieri sono però rimasti perplessi quando, mercoledì mattina, il sindaco Brignolo ha diramato un comunicato stampa definendo «irricevibile la proposta di non fare il Palio 2015, avanzata dal centro destra in Consiglio comunale. E' un'idea che mortifica le migliaia di appassionati che nei comitati lavorano tutto l'anno per costruire questa festa – ha spiegato Brignolo – Solo una politica ormai scollegata dalla società civile può avanzare una proposta del genere. Anche la proposta di Imerito, che ha chiesto di bloccare la realizzazione del museo del Palio – ha aggiunto – è inaccettabile: è un dovere per la città completare un'opera che documenterà il Palio più antico d'Italia, nel palazzo rinascimentale più bello del Piemonte».
I due consiglieri di minoranza non hanno fatto attendere le loro reazioni e se Lattanzio ha spiegato «di non aver mai chiesto all'amministrazione di non fare il Palio» aggiungendo che c'è stata una strumentalizzazione delle sue parole, inserite in un discorso più ampio; Imerito è stato ancora più duro: «Sono indignato per questo ribaltamento delle mie affermazioni perché Brignolo ha travisato ciò che abbiamo detto. Sul museo del Palio ho detto che non ci sono le possibilità economiche per gestirlo e trovo oltremodo scorretto che abbia diramato un comunicato stampa a metà di una discussione. E' lui che è scollegato dalla società civile».
Anna Bosia (Uniti per Asti) ha invece suggerito di non organizzare la corsa dei cavalli, risparmiando sull'allestimento della pista, e di pensare «ad una settimana di festa con costumi, sbandieratori, tamburini e specialità gastronomiche evitando di metterci 400.000 euro per incassarne 200.000». Davide Giargia (Movimento 5 Stelle) è stato meno diplomatico: «Se si preferisce veder correre dei cavalli rispetto a finanziare i servizi dell'istruzione, allora anche io e Zangirolami vogliamo essere parte di quella politica scollegata dalla società civile».
r.s.