Se c’è un posto, ad Asti, che potrebbe riassumere quel senso di degrado e abbandono descritto alla perfezione dalla teoria “delle finestre rotte” è l’ex Casa di Riposo “Città di Asti”. Chiusa da quasi tre anni, l’ex Ipab più grande del Piemonte è diventato un “non luogo” che costeggia via Bocca, a pochi passi dal sito turistico del Battistero di San Pietro. Secondo la teoria “delle finestre rotte”, piccoli segni di disordine e inciviltà, se ignorati, creano un clima di insicurezza e trasmettono l’idea che in quel contesto “tutto è permesso”. Di conseguenza, il degrado urbano (graffiti, sporcizia, incuria, atti vandalici minori) può innescare una spirale discendente, contribuendo a un progressivo aumento della criminalità più grave.
Anche per questo il Partito Democratico di Asti, dal suo esponente regionale, Fabio Isnardi, ai consiglieri comunali Michele Miravalle, Maria Ferlisi, Luciano Sutera, Roberto Vercelli, fino ai consiglieri provinciali, Andrea Gamba e Alessandro Negro, chiede di «ripristinare le condizioni di sicurezza della struttura e chiarire quali sono le prospettive».
«Alcuni giorni fa la Corte dei Conti ha aperto un procedimento per “danno erariale” contro alcuni ex amministratori della Casa di Riposo “Città di Asti”. Nel frattempo è pendente un procedimento penale per accertare le responsabilità sul “fallimento” della struttura, che per decenni, è stata luogo di cura e assistenza per tutto il territorio astigiano, in particolare per le persone con meno risorse economiche – ricordano i democratici – Come consiglieri comunali del Pd eravamo stati tra gli ultimi a entrare in quella struttura, proprio a poche ore dalla definitiva chiusura e dal traumatico trasferimento degli ospiti. Nei mesi successi abbiamo seguito con grande preoccupazione le vicende delle lavoratrici e dei lavoratori della casa di riposo, con interpellanze, appelli pubblici e prese di posizione politiche, sia in consiglio comunale che regionale. A luglio 2024, un anno fa, avevamo denunciato il “silenzio” calato sul destino della struttura e dei posti letto convenzionati. Le uniche notizie note riguardano le diverse gare per la vendita dell’immobile andate deserte, nonostante il ribasso del prezzo e le proposte di vendere “a pezzi” la struttura. A quasi tre anni dalla chiusura, visto il valore sociale, storico e urbanistico della Casa di Riposo “Città di Asti” questo silenzio tombale è inaccettabile».
Ma è per contrastare il crescente degrado dell’immobile che il Pd chiede al Comune di «adottare un’ordinanza urgente che chieda a chi ne ha la titolarità di porre rimedio allo stato di incuria e abbandono della struttura: l’edificio è invaso da erbacce e sporcizia ovunque, finestre rotte e persiane pericolanti, proprio sul fronte strada. Di notte, alcune luci sono accese, ciò significa che gli impianti sono funzionanti. Insomma, in queste condizioni, sono in pericolo la pubblica e privata incolumità».
I consiglieri chiedono inoltre ai professionisti incaricati dal Tribunale di seguire le procedure del fallimento, Alberto Abbate, Roberto Frascinelli e Luca Geninatti «di poter effettuare al più presto un sopralluogo all’interno della struttura, per poter avere un dialogo sulle prospettive di utilizzo con le forze politiche rappresentate nelle istituzioni, che, ad oggi, non è mai stato avviato».