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Asti dà l’addio a Giovanni Masoero, il patron della Brasserie Roma

Un grande imprenditore della ristorazione astigiana che ha portato l’innovazione imparata negli anni di cucina a bordo delle navi da crociera.

E’ un addio doloroso quello che la frazione di Castiglione e la città di Asti si apprestano a dare a Giovanni Masoero, 86 anni, istituzione della cucina astigiana.

Masoero si è spento ieri sera, in ospedale, dopo una vita avventurosa dedicata al mondo della ristorazione astigiana che ha innovato quando si è “inventato” la Brasserie Roma,  ospitata sotto i portici di piazza Alfieri, all’angolo con via Leone Grandi. Sotto i portici di piazza Alfieri arrivò nel 1969 per gestire il bar Roma (con sala biliardi nell’ammezzato) che, pochi anni dopo, nel 1972, fece rinascere come Brasserie e come tale rimase fino al 2002.

I lunghi anni di gioventù lavorati a bordo delle navi da crociera, gli avevano consentito di elaborare un’idea di locale molto personale. Un uomo visionario, che era riuscito, in tempi in cui regnava sovrana la tradizione, a ideare un ristorante che mettesse insieme l’alta qualità del cibo servito con la “velocità” di chi doveva mangiare restando nel tempo della pausa pranzo da ufficio. Non solo. La Brasserie Roma è stata la prima ad Asti ad aprire, ben prima dell’orario di servizio ai tavoli, per i clienti (soprattutto la sera) che venivano a ritirare i piatti già pronti da portare a casa e far solo scaldare. Quello che ora chiamiamo delivery e ci sembra una novità, Masoero se l’era inventato già oltre trent’anni fa.

Sua l’idea della griglia a vista, con la carne cotta al momento davanti ai clienti e sempre sua l’idea del lungo bancone con gli sgabelli per postazioni singole; anche qui aveva anticipato i tempi per consentire a tutti, anche a chi era solo, di poter mangiare bene in un’atmosfera informale e moderna che prevedeva un modo di stare al ristorante diverso dal solito tavolino.

Giovanni era il re indiscusso della cucina e della sala. Ha cresciuto generazioni di cuochi e camerieri con il piglio del “buon padre di famiglia”: severo al momento giusto, sufficientemente brontolone per ottenere sempre il meglio ma  pronto ad aiutare i suoi dipendenti di cui andava orgoglioso. La sua cucina era una macchina che sfornava un menù diverso ogni giorno e aveva nella carne, negli antipasti piemontesi e nella pasta fatta in casa (grazie ai macchinari prodotti dal fratello Arturo, fondatore della Monferrina) i suoi cavalli di battaglia.

Lui, un omone in casacca e grembiule che sapeva “leggere” i suoi clienti e, da buon oste, teneva tutto per sè.

Voce tonante e sorriso gentile accompagnavano i saluti, le battute, le confidenze con i tanti clienti del locale che quando passavano alla cassa trovavano gli altri pilastri della Brasserie: la moglie Franca (già scomparsa) e, talvolta, la mitica “Zia G”.

Giovanni Masoero lascia il figlio Alberto, avvocato, e il nipote Edoardo.

Il rosario sarà recitato domani, lunedì, alle  19 di lunedì alla parrocchia di Castiglione dove martedì alle 15 si terrà il funerale. 

 

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