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Il Mercato Coperto di Asti compie 100 anni, ma attende ancora l’indispensabile rilancio

Nel frattempo si fa avanti la voce che il Comune potrebbe affidare la gestione della struttura a una società privata con l’intenzione di ristrutturarla e valorizzarla

Con tredici attività aperte su venti previste, il Mercato Coperto di Asti, in piazza Libertà, continua ad affrontare un periodo di incertezze in attesa di un rilancio complessivo che, molti speravano, sarebbe potuto avvenire in occasione del primo secolo di vita. Un importante traguardo che la struttura celebrerà quest’anno tra fine settembre e i primi giorni di ottobre con alcuni eventi straordinari.

Ma i problemi ci sono e, secondo Stefano Allovio, titolare dell’enoteca “Alzacalici” e presidente (con incarico scaduto) del Consorzio degli operatori, il quadro è desolante. «A inizio anno, due attività hanno chiuso i battenti – racconta – Su un totale di venti posti disponibili, ben sette sono attualmente vuoti. Se non cambia niente, da qui ai prossimi cinque anni l’amministrazione che verrà si ritroverà con un ennesimo edificio vuoto». Il problema è acuito dalla mancanza di bandi per l’assegnazione di spazi. «L’ultimo risale a quando sono entrato io, quindi quattro anni fa. Questo rende impossibile, per chi è interessato, entrare in tempi ragionevoli».

Gli operatori sono in attesa del rinnovo della convenzione con il Comune, «scaduta cinque anni fa, ma che dovrebbe garantire una riduzione del canone di affitto». Costi energetici molto cari, come in tutta Italia, minor capacità di spesa anche tra i turisti che passano nella struttura, per non parlare dei clienti astigiani che sono sempre più anziani, rendono la vita degli operatori una corsa ad ostacoli per riuscire a pagare tutte le bollette e mettere da parte il guadagno a fine mese. Stando ad Allovio, anche i grandi eventi che il Comune organizza nei pressi del Mercato Coperto non portano granché in termini di fatturato, ad eccezione del Magico Paese di Natale. «Il Palio, il giorno della corsa, non porta nulla perché chi viene per la corsa va nel catino e non gira per fare acquisti – continua – Anche Astimusica non ha quel riscontro che possa convincere a tenere aperta un’attività fino a mezzanotte. Invece, il Magico Paese di Natale genera ottimi incassi e talvolta un raddoppio del fatturato».

Gli operatori resistono e pensano al traguardo dei 100 anni anche per dare nuova linfa al mercato. «I primi 100 anni meriterebbero di essere celebrati e valorizzati non chiudendo l’ennesima attività, – conclude Allovio – ma magari dando un po’ di sprint. Potrebbe essere il punto di svolta e quindi speriamo che questi secolo porti bene».

Un aiuto al Mercato Coperto potrebbe arrivare da un cambio di passo nella gestione «che dovrebbe essere più attiva anche da parte del Comune – spiega Nicola Rabbione della macelleria “Nico e Simo” ed ex presidente del Consorzio – perché, oltre alla gestione della struttura, è necessario organizzare eventi, il marketing, magari la vendita on line e la consegna a domicilio per la quale non siamo ancora strutturati». «Quello che serve è un piano di sviluppo e un cambiamento. Le attività che ci sono all’interno del Mercato Coperto – continua Rabbione – sono funzionano e hanno buonissimi prodotti. Però, per continuare questa tradizione, dobbiamo progettare qualcosa di nuovo, tipo la somministrazione del cibo come succede in molti mercati di altre città».

L’ipotesi di un nuovo gestore

Ma forse, nel prossimo futuro, qualcosa potrebbe cambiare. Da settimane si rincorrono voci che il Mercato Coperto sia stato “adocchiato” da una società che sarebbe interessata a proporre al Comune un progetto di gestione innovativo con un piano di ristrutturazione volto anche all’apertura delle terrazze e della ex sede della Croce Verde. A quanto si è potuto sapere, il Comune sarebbe invece pronto a firmare la nuova concessione con il Consorzio, non appena verrà saldato quanto dovuto da parte di alcuni operatori (si parla di cifre di poche migliaia di euro). In ogni caso il rinnovo non impedirebbe, in futuro, di concedere la gestione a una società che a sua volta darebbe in gestione il Mercato Coperto a un soggetto specializzato. Quest’ultimo si interfaccerebbe con gli operatori, inserendo l’offerta commerciale già presente in un piano più ambizioso di implementazione delle attività commerciali presenti.

Infatti, sebbene non ci sia nulla di stabilito, c’è già chi parla di trasformare la struttura in un “centro del commercio” legato al territorio, su più livelli, dando vita alla più grande area mercatale del Piemonte insieme agli ambulanti di piazza del Palio. Un progetto ambizioso, su cui si potrebbe aprire, molto presto, un confronto tra Comune e operatori commerciali.

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