Per arrivare al sequestro di una casa a Quarto Inferiore, una villetta a San Maurizio Canavese e due terreni a San Francesco al Campo, i carabinieri hanno scandagliato 30 anni di “contabilità” di una famiglia con numerosi precedenti per reati contro il patrimonio. E, secondo gli investigatori (con conferma della sezione misure di prevenzione del Tribunale di Torino) tutti gli immobili sequestrati sono stati acquistati con i frutti dei frutti e delle truffe nei confronti soprattutto di persone anziane.
Alcuni componenti della famiglia, infatti, sono stati condannati più volte per i reati contestati, hanno passato diversi periodi di carcerazione, sono già stati sottoposti a misure di prevenzione personale come gli avvisi orali, fogli di via, divieti di ritorno, sorveglianze speciali. Di qui la loro pericolosità sociale riconosciuta dai giudici tenendo conto che, dall’analisi degli atti di acquisto, le due case e i terreni sono entrate nel patrimonio della famiglia proprio nello stesso periodo in cui sono avvenuti i colpi per i quali erano stati perseguiti e condannati.
A questo si aggiunge un altro particolare importante che fa pensare al reimpiego del denaro sottratto fraudolentemente alle vittime di furti e truffe negli immobili sequestrati: nel periodo degli acquisti gli intestatari non avevano redditi leciti e denunciati sufficienti da giustificare l’esborso di denaro per il pagamento sia delle case che dei terreni.
Il sequestro è stato notificato alle Conservatorie dei Registri di “Asti” e “Torino 2”. I beni sono stati immessi nel possesso dell’Amministratore Giudiziario nominato dal Tribunale che li ha personalmente visionati e catalogati e sono destinati alla confisca e ad essere acquisiti nel patrimonio dello Stato.