Venti mesi di squalifica: è la condanna emessa dalla giustizia sportiva nei confronti di Fabrizio Bittner, presidente della Federazione Pentathlon. Gli viene contestato un uso disinvolto della carta di credito federale: cene in ristoranti di lusso, acquisto di I-phone, abbonamenti a Spotify e altro. La sentenza è immediatamente esecutiva e quindi Bittner è sospeso dal ruolo di presidente della Federazione, mentre si attendono ancora le motivazioni della condanna.
La Procura federale ha spulciato tra gli scontrini (dopo una segnalazione esposto di Pierluigi Giancamilli, suo avversario nella corsa alla poltrona della presidenza), contestandogli circa 20 mila euro in tre anni di rimborsi spese non dovuti o non adeguatamente supportati. Tra le altre cose, una cena ristorante vip in zona Colosseo con un filettino di Wagyu giapponese di 300 grammi da 115 euro e una costata di Rubia Gallega da 153,aperitivi al Bistrot Cannavacciuolo di Novara, spaghettate ischitane, iPhone da 1.800 euro, iscrizioni al Fantacalcio(«Devo aver premuto un tasto sbagliato del pc» dice Bittner), e ripetuti prelievi di contante giustificati nella memoria difensiva come «anticipi di rimborso spese dovuti».
Bittner presenterà ricorso. A giustificazione delle spese sostenute, aveva detto: “Rappresento la Federazione e mi capita di dover ospitare persone importanti. Posso aver sbagliato qualcosa nella rendicontazione, che comunque non mi è mai stato contestato in precedenza: se è successo sono pronto a restituire il di più”.