Lottare contro lo spreco alimentare si può, anche a scuola. E' il messaggio che lanciano insegnanti e alunni della classe IV C della primaria "Rio Crosio". Come spiega il maestro
Lottare contro lo spreco alimentare si può, anche a scuola. E' il messaggio che lanciano insegnanti e alunni della classe IV C della primaria "Rio Crosio". Come spiega il maestro Giampiero Monaca. «Ormai da nove anni – annota – monitoriamo l'effettivo consumo di cibo in mensa. In base alle indicazioni dell'Asl, la ditta che fornisce i pasti distribuisce porzioni standard ai bambini secondo il menu stabilito dalla stessa azienda sanitaria. Solo che nel corso degli anni ho notato che non tutti i bambini mangiano sempre la porzione intera e così, in media, abbiamo calcolato che, per quanto riguarda la nostra classe, vanno a finire nel cestino della spazzatura 7 porzioni ogni giorno. Di conseguenza ho sperimentalmente proposto, assumendomene tutta la responsabilità, di chiedere preventivamente ai bambini, prima che vengano serviti, se di un certo piatto desiderano la porzione intera o la metà (razione al di sotto della quale non li lascio scendere). Così chi opta per la razione ridotta la ottiene, con il risultato che tutti mangiano un po' di tutto, e se poi decide di mangiare anche l'altra metà lo può fare. In questo modo non si spreca più il cibo a tavola».
Ma non basta. «Il problema – continua Monaca – è che il cibo preparato, per non finire nella spazzatura, deve essere sigillato. Quindi con i bambini abbiamo scritto una lettera all'Amministrazione comunale per avanzare una proposta in tal senso. Noi abbiamo proposto di poter comunicare già al mattino, alla ditta, il numero di coperti e di porzioni (inferiori al numero dei presenti) con un conseguente risparmio per il numero di porzioni acquistate che andrebbe a beneficio della classe intera, che potrebbe utilizzare i soldi risparmiati per attività didattiche e gite scolastiche o a fini di solidarietà. Oppure, se non fosse possibile stornare i soldi risparmiati, si potrebbero inserire le porzioni che non intendiamo consumare in una cassa sigillata che, se rimarrà chiusa, potrà essere donata alle persone indigenti».
Ma come fanno i bambini a decidere al mattino quanto mangeranno dopo quattro ore? «In base alla mia esperienza – conclude – sono già in grado di dirlo perché possiamo contare sullo "storico" delle osservazioni effettuate. Ma comunque, per sicurezza, si potrebbero ordinare una o due porzioni in più di riserva. Attendiamo quindi la risposta del Comune. Nel frattempo siamo contenti che il nostro esempio abbia stimolato altre scuole a fare lo stesso».
Elisa Ferrando