Ad Asti non si placa la querelle, solo l’ultima in ordine di tempo, scoppiata tra i banchi del mercato di piazza del Palio. Prima il sindacato Goia ha attaccato l’amministrazione comunale colpevole, a suo dire, di aver cancellato il mercato di sabato 13 settembre (fine settimana del Festival delle Sagre) perché non sarebbe garantita la presenza di abbastanza operatori quando, secondo il Goia, si sarebbe dovuto lasciare la possibilità di allestire almeno i banchi di alimentaristi, ortofrutta, piante e fiori. Poi l’assessora al Commercio, Loretta Bologna, è intervenuta per rispondere alle accuse, estese al resto della gestione cittadina con toni apocalittici, replicando che «questi due (riferita ai portavoce del Goia ndr) hanno rotto; la devono finire perché sono in due e fanno casino come se fossero in cento. Anche a livello mediatico la gente pensa che a protestare sia tutto il mercato, invece sono solo due persone». L’assessora ha anche aggiunto che la decisione di non far svolgere il mercato era stata condivisa con le associazioni sindacali e la commissione del mercato, quindi «devono mettersi d’accordo tra loro».
Ora anche le altre due sigle sindacali che rappresentano gli ambulanti intervengono nella contesa, prendendo le difese dall’amministrazione comunale e sconfessando non solo la linea del Goia, ma anche “il peso” che il sindacato avrebbe nella rappresentanza degli operatori. Goia che, nel frattempo, ha risposto all’assessora accusandola di «ignorare la realtà sotto gli occhi di tutti» e di «contraddire apertamente i principi fondamentali del diritto sindacale, un atteggiamento grave, che merita attenzione e denuncia». «Non ci faremo mettere a tacere, come forse qualcuno sperava – commentano dal Goia – Andremo avanti, continueremo a far sentire la nostra voce, e se il nostro impegno dà fastidio all’assessorato, se ne facciano una ragione».
Ma la spaccatura tra gli ambulanti è sempre più netta. Per Raffaela Gigliodoro, presidente della Fiva Confcommercio, è il Comune ad aver agito correttamente e non il Goia. «Ne abbiamo abbastanza del Goia di Torino e dei suoi quattro iscritti al mercato di Asti che pretendono di dettare regole e legge all’intero mercato dichiarandosi rappresentanti degli ambulanti quando ad Asti non hanno nemmeno una sede – commenta Gigliodoro – La Commissione Commercio è composta da associazioni di categoria del commercio, artigianato e agricoltura, due associazioni dei consumatori e cinque rappresentanti degli ambulanti: in totale sedici componenti. Questi sedici (tra cui cinque nominati dagli ambulanti) sono la Commissione Commercio, non il solo Goia e i tre delegati degli ambulanti loro affiliati che abitualmente si firmano “rappresentanti del Mercato”. L’assessora Bologna ha deciso saggiamente di non fare svolgere il mercato, perché la richiesta del Goia era quella di farlo svolgere solamente ai banchi alimentari, ortofrutta e fiori, cioè quarantadue operatori su duecentodue totali, dimenticandosi completamente dei restanti centosessanta».
Anche il presidente dell’Ana Ugl, Antonio Tinozzi, prende le distanze dal Goia e dalle accuse mosse contro l’amministrazione Rasero. Lo fa rimarcando il fatto che il Goia non può parlare a nome di tutti gli ambulanti o dell’intera commissione mercatale per gli stessi motivi rimarcati dalla Fiva. «Quanto deciso dall’assessora Bologna, circa un recupero del mercato, coinvolgerebbe tutti i duecentodue ambulanti che al sabato operano in piazza del Palio – osserva il presidente – Inoltre se anche si svolgesse uno zoppicante mercato agroalimentare il 13 settembre, questo dovrebbe condividere la piazza con il cantiere delle “Sagre”, con trattori che rimorchiano finte casette coloniche, carrelli che spostano materiale e derrate, camion e bilici che scaricano le infrastrutture e le recinzioni e, complessivamente, con un folla di lavoratori e operai che nulla avrebbero a che vedere con le operazioni e che creerebbero intralcio e disagio ai clienti dei banchi. Inoltre – conclude Tinozzi – gli ambulanti non disporrebbero di nessun parcheggio per i clienti e portare a casa, a mano, cassette di frutta e verdura pesanti decine di chili non la vediamo una cosa molto facile».