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Vendemmia vicina, troppe scorte in cantina, decisi i tagli alle rese di Moscato

In assemblea discussa anche l’efficacia delle campagne pubblicitarie.

Si è riunita a Santo Stefano Belbo l’assemblea del Consorzio di Tutela del Moscato. All’ordine del giorno la riduzione della resa del Moscato per Asti Docg a 90 quintali/ettaro. La proposta del Consiglio sarebbe obbligata «dalle giacenze di prodotto, dalle scorte invendute e dalle prospettive congiunturali di mercato». Il confronto tra industriali, vertici consortili e viticoltori è stato serrato e franco. Legittime le posizioni delle parti: la crisi lascia pieni i magazzini delle cantine, i viticoltori vendono assottigliarsi i margini di guadagno.
«Sono tanti i fattori alla base di questa crisi – ha spiegato Pietro Cirio, viticoltore e presidente dell’Associazione Comuni del Moscato – Al momento non penso sia l’effetto dei dazi americani (che in verità ha portato gli importatori a fare scorta di prodotto), ma certamente influisce l’aumento dei costi di produzione, la flessione del potere di acquisto del ceto medio e la demonizzazione, ingiustificata, del prodotto».
Alcuni agricoltori si sono scagliati contro l’ “erga omnes”, il contributo imposto ai consorziati e speso per finanziare una campagna pubblicitaria di cui se ne dubita l’efficacia. Il presidente Ricagno ha sottolineato che nel Consorzio vige il principio democratico e quindi si è dichiarato pronto a metterne al voto l’eventuale eliminazione. «Siamo proprio certi che senza la promozione pubblicitaria la situazione non sarebbe peggiore? – è la riflessione di Cirio – La promozione è l’anima del commercio e non mi sembra sia il momento per prendere decisioni avventate».
Una nuova generazione di viticoltori si sta avvicinando al mestiere che fu dei genitori e prima dei nonni, proprio nel momento in cui i giovani abbandonano il piacere di un bicchiere di vino preferendo i cocktail colorati. «Nella nostra azienda ci sono tanti giovani che lavorano tutti giorni tra vigna, cantina, ufficio e contatto coi clienti –  spiega Martina Cirio titolare della Cantina Pianbello di Loazzolo – Siamo convinti che l’agricoltura sia il pilastro della società, ciò che permette all’essere umano di vivere. Le grandi multinazionali sono importanti, ci rendono la vita più facile, ma è molto importante salvaguardare le nostre colline, le persone che qui vivono e coltivando la terra creano ricchezza e realizzano un paesaggio magnifico. Un appello, soprattutto ai giovani: sosteniamo gli agricoltori facendo un brindisi con un calice di vino o di bollicine dei nostri territori!».

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