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Asti: quindici postini lasciati a casa

Da inizio mese. Non è stato confermato il loro contratto a tempo determinato. Ma i sindacati sottolineano che erano necessari..

Da inizio mese 15 portalettere di Poste Italiane sono a casa: l’azienda non ha rinnovato il loro contratto che scadeva a fine luglio, ritenendo che l’attuale organico (circa 200 addetti alla consegna) sia sufficiente a smaltire il lavoro dopo il Piano di riorganizzazione definito nei mesi scorsi e approvato da alcune sigle sindacali, ma non da SLC Cgil e Uil Poste.
«Una conseguenza facilmente prevedibile – commenta Patriza Bortolin, della Rsu Cgil –  A seguito di questa scelta le lavoratrici ed i lavoratori a tempo indeterminato dovranno farsi carico di lavorazioni extra per sopperire alle assenze e alle zone prive di titolarità. Gli utenti, invece, riceveranno la corrispondenza con probabili ritardi a causa del personale non sufficiente a coprire le ferie estive».
Il Piano prevede nell’Astigiano il taglio di 21 zone di consegna che saranno coperte «allargando» le restanti zone. Per Poste, non vi sarebbe un aumento dei carichi di lavoro, dato che la corrispondenza è in continuo calo. Ma per il sindacato è evidente il contrario: «Se ho una zona più ampia da coprire, ci metterò più tempo, con una serie di disagi per tutti, utenza compresa». Al taglio delle zone di consegna si aggiunge invece la creazione di 42 zone corriere, cioè zone in cui la Sda, il gestore del servizio delle Poste, consegnerà i pacchi. «Queste nuove zone andranno a peggiorare la vita lavorativa del personale in servizio: per coprire 42 zone sarà necessario modificare, in alcuni casi stravolgere, l’orario di lavoro, i riposi settimanali, i periodi di ferie. Anche la provincia subirà tagli: 4 zone portalettere a Canelli, 4 zone portalettere a Villafranca» rileva Bortolin. E proprio da alcuni paesi della provincia nei mesi scorsi erano arrivate segnalazioni di disagi, soprattutto per quanto riguarda l’attività degli sportelli.
Al momento invece sarebbero confermati i contratti a tempo determinato in scadenza a agosto. «Il problema per chi è rimasto a casa è che il suo contratto è durato meno di 12 mesi e questo preclude loro la possibilità di essere riassunti. Una doppia beffa se si pensa che lo slogan della pubblicità di Poste Italiane è “lavora con noi”: sarebbe più corretto dire “sii precario con noi”. Infatti, non solo si assume a tempo indeterminato con il contagocce ma Poste non rinnova i tempi determinati in scadenza, fregandosene della qualità del servizio e della salute dei lavoratori. Anche per Poste il personale è diventato “carne da macello” senza diritti».
Dal sindacato si sottolinea la carenza di personale («servirebbero una ventina di portalettere in più») e la mancata sostituzione del personale che è andato in pensione. «Tra l’altro chi è stato lasciato a casa aveva valutazioni positive, per cui alla fine anche l’azienda steesa ha un danno perché perde personale capace».
Intanto Poste prosegue con il progetto «Polis» che prevede una rinnovamen to, sia delle sedi che dei servizi, negli uffici di centri al di sotto dei 15 mila abitanti. In questi uffici, oltre ai normali servizi già offerti da Poste sono disponibili anche i servizi Inps e anagrafici. Tra i più comuni i certificati di nascita, residenza, cittadinanza, stato civile e stato di famiglia.

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