E’ di quasi 6 milioni di euro il premio che il Consorzio Comuni Acquedotto Monferrato si è visto riconoscere dall’Arera, l’Autorità di Regolazione per Energia, Reti e Ambiente. L’Autorità ha valutato, secondo parametri uguali in tutta Italia, i parametri di efficienza di tutti i gestori di acquedotti sul territorio nazionale e, a seconda dei risultati, ha stilato una classifica dei più virtuosi.
E l’Acquedotto Monferrato è stato fra i più virtuosi: secondi in Italia per la riduzione delle perdite idriche, terzi sulla qualità contrattuale e quarti sull’adeguatezza del sistema fognario e qualità delle acque di depurazione oltre ad una serie di altri riconoscimenti minori su altri indicatori.
Fra le performance migliori, vi è sicuramente quella della riduzione di perdite lineari sulla rete, registrando meno di 4 metri cubi per chilometro al giorno con una media nazionale di oltre 8 metri cubi giornalieri per chilometro. Se si pensa che, mediamente, in Italia il 42% dell’acqua immessa in rete viene dispersa, il risultato astigiano è un esempio di sostenibilità e lotta allo spreco di un bene sempre più prezioso per il pianeta intero.
Il terzo posto sulla qualità contrattuale è assicurato dalle tempistiche brevi di intervento mentre il quarto posto nella adeguatezza del sistema fognario e nella qualità dell’acqua depurata è altro sintomo di eccellenza.
Ad ogni buon risultato corrisponde una premialità che, sommate, hanno portato alla ragguardevole somma.
Ma non solo il Monferrato si è distinto a livello nazionale. Anche Asp e Acquedotto della Piana hanno fatto incetta di premi che potranno essere reinvestiti in lavori di adeguamento per alzare l’asticella sempre più in alto.
«Questi risultati – spiegano dal CCAM – sono il frutto di un lavoro costante, di investimenti mirati e di una squadra tecnica di alto livello. Essere tra i migliori nella riduzione delle perdite e in fognatura-depurazione ci rende orgogliosi, ma non ci fermiamo qui: l’obiettivo è migliorare ancora. Ci contraddistinguiamo anche per la qualità dell’acqua e per le bassissime interruzioni del servizio».
Pensare che quella dell’Acquedotto Monferrato è una gestione complicata perché, pur distribuendosi su tre province (Asti, Alessandria e Torino) con 99 Comuni consorziati e una rete idrica di 3500 tubazioni fra acquedotto e linee fognarie a coprire circa 1250 chilometri quadrati di territorio, gli utenti sono “solo” 82 mila. Un numero esiguo di clienti per il tipo di esigenze di un acquedotto chiamato a chilometri di tubazioni per andare a servire ogni singola casa e cascina isolata. «Questa particolare caratteristica – spiega Aldo Quilico, storico presidente del Consorzio – ci impone una gestione molto oculata delle risorse economiche e zero sprechi».
Eppure, negli anni, l’Ente è cresciuto, è riuscito a sostituire completamente 750 chilometri di condotte e a onorare l’accordo di interconnessione con gli acquedotti che servono la città di Asti e la Valtiglione con una fornitura media di 100 litri al secondo che diventano circa 4 milioni di metri cubi all’anno senza togliere una sola goccia d’acqua agli utenti dei Comuni consorziati.
«A fine anno chiuderò questo lungo mandato di presidente durato 40 anni – dice Quilico – e lascio un ente sano, efficiente, con 100 persone alle sue dipendenze e immobili di proprietà».
E tante idee per migliorarsi ancora. Con l’introduzione del nuovo indicatore M0 (Resilienza idrica) dal 2026, il CCAM punta sulla digitalizzazione della rete per monitorare le perdite in tempo reale e ridurre di conseguenza i consumi energetici.
Cui si aggiungono le sfide di leadership con il rinnovo del presidente e il passaggio al gestore unico.
Vinta la lunga causa sulla proprietà di stazioni
di pompaggio e altri cespiti
C’è un’altra dote importante che il Consorzio Acquedotto Monferrato ha incamerato quest’anno oltre al premio Arera. E’ la vittoria definitiva della causa civile intentata dalla precedente società Acquedotto Monferrato spa del Gruppo Italgas.
Il Consiglio di Stato, già nel 2001, aveva sentenziato che il Consorzio nulla doveva alla società ex concessionaria per gli investimenti che quest’ultima aveva affermato di aver fatto nel corso degli anni e dei quali pretendeva ristoro al passaggio dei cespiti all’Ente. Ne era nata una seconda causa, questa volta civile, davanti al tribunale di Casale in un primo tempo e poi passata a Vercelli dopo l’accorpamento delle sedi giudiziarie.
Due mesi la sentenza definitiva della Cassazione: «Tutti i cespiti sono di proprietà dell’Acquedotto che non è tenuto ad indennizzare l’ex concessionaria». Dove per cespiti si intendono i terreni e i fabbricati utilizzati per la distribuzione dell’acqua dai pozzi di Cascina Giarrea a Saluggia fino all’ultima casa servita, come serbatoi, stazioni di pompaggio oltre a magazzini e ogni altro stabile utile al funzionamento dell’acquedotto e della rete fognaria.
Con questa decisione che chiude una lunga stagione di contenzioso, il Consorzio ha avviato il censimento e il rilievo a Catasto di tutti i cespiti ancora intestati all’Acquedotto Monferrato Spa che verranno “volturati” all’Ente. Si parla di almeno un centinaio di unità che dovrebbero passare di proprietà entro un anno.