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Protocollo

Moncalvo, arriva la raccolta turistica delle olive

Firmato fra l’Associazione nazionale delle Città dell’Olio e l’Ispettorato del Lavoro.

Moncalvo, prima “città dell’olio” della provincia di Asti, si prepara ad accogliere i visitatori tra i filari d’ulivo, grazie al nuovo protocollo d’intesa firmato tra l’associazione nazionale città dell’olio e l’ispettorato nazionale del lavoro. L’accordo regolamenta la raccolta turistica delle olive, offrendo esperienze autentiche nei frantoi e nelle aziende agricole, in un contesto sicuro e organizzato. Passeggiare tra ulivi antichi, ascoltare il fruscio delle foglie e sentire sotto le dita le olive pronte per la frangitura: da oggi queste sensazioni potranno essere condivise con i turisti. La raccolta turistica, precisa il documento, non ha scopo produttivo e non è lavoro agricolo: dura al massimo due ore, è su base volontaria e si svolge nel rispetto di regole precise, con aree delimitate, dispositivi di protezione e sotto la costante supervisione di personale aziendale. Sara Zuccotto, assessore del Comune di Moncalvo e consigliere nazionale per le città dell’olio del Piemonte, vede in questa novità una leva importante per la promozione territoriale: «Da oggi abbiamo uno strumento in più per supportare frantoiani e olivicoltori, ma anche per tutelare i turisti che vogliono provare la raccolta in sicurezza. È un’occasione per far conoscere da vicino il nostro olio, accompagnando i visitatori nei frantoi, nei musei dell’olio, alle degustazioni guidate e nelle passeggiate tra gli uliveti. La raccolta turistica non è solo un’esperienza agricola, ma un modo per entrare in contatto con la nostra comunità, scoprire la storia dei nostri paesaggi e portare a casa un ricordo che profuma di tradizione e natura. Speriamo che questa iniziativa possa rafforzare il legame tra chi produce e chi assapora, creando un circuito virtuoso tra agricoltura, cultura e ospitalità». «Con la regolamentazione della raccolta turistica abbiamo aggiunto un’altra tappa verso la maggiore qualificazione dell’offerta oleoturistica – ha ricordato il presidente dell’associazione nazionale città dell’olio Michele Sonnessa – valorizzando le oltre 550 colture presenti nel nostro Paese».

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