Sulla questione delle liste d’attesa, riceviamo e pubblichiamo la testimonianza di Giovanni Pensabene, ex assessore comunale ad Asti
“Nel mese di aprile scorso l’Assessore regionale alla Sanità e, nel suo piccolo, il Direttore Generale dell’Asl di Asti vantavano soddisfacenti risultati nell’abbattimento delle liste di attesa grazie alle “misure straordinarie” messe in campo: prestazioni serali e nei fine settimana. E’ proprio vero? La mia esperienza personale suggerisce toni meno trionfalistici. Da fine luglio provo quasi tutti i giorni a fissare un’ecografia dell’addome superiore in tempo utile per la visita epatologica di controllo fissata per fine ottobre. Se voglio farla presso l’ospedale di Asti la prima data utile è a metà agosto 2026, praticamente un anno di attesa. Se però punto il cursore anziché su “prestazioni con il ssn” su “prestazioni in libera professione”, magicamente compare una disponibilità per mercoledì 27 agosto, circa un anno prima di quella garantita con il servizio sanitario nazionale. Sempre più la situazione della sanità piemontese, e astigiana in particolare, sembra ispirarsi alle novelle di Pirandello: “la Signora Speranza” (credere nella finzione creata ad arte per convincerci che va tutto bene) e “Ma non è una cosa seria” (prendere atto, appunto, che quanto sbandierato ai quattro venti è solo finzione, non è una cosa seria)!”