Ci sono voluti 84 anni e la tenacia di un uomo appassionato di cultura e storia militare come Marco Montagnani ma alla fine il mistero del naufrago astigiano sopravvissuto all’affondamento del piroscafo Conte Rosso è stato svelato.
Proprio dalle colonne del nostro giornale, nel novembre del 2023, in occasione dell’uscita del libro “L’affondamento del Piroscafo requisito Conte Rosso”, Marco Montagnani, consigliere nazionale e presidente della Federazione di Asti dell’istituto del Nastro Azzurro cui sono iscritti combattenti decorati al valor militare, aveva lanciato un accorato appello per ritrovare Dario Penasso, classe 1921, astigiano.
Perché era importante saperne di più su Penasso? Perché da una ricostruzione meticolosa di Montagnani fatta negli archivi sui documenti disponibili che riguardavano il Conte Rosso, la sua tragica fine e i ruolini di imbarco, risultava che sul piroscafo requisito nella seconda guerra mondiale e silurato nel maggio del 1941 al largo di Capo Murro di Porco davanti a Siracusa da un sommergibile britannico, viaggiavano anche alcuni astigiani. Sette di loro, purtroppo, non sopravvissero al naufragio. Del soldato Primino Fassone e del soldato Aldo Emilio Serra, entrambi addetti ai depositi e magazzini del Genio, vennero restituite le salme alle famiglie che le seppellirono nei cimiteri, rispettivamente, di Asti e Albugnano. Altre cinque salme, invece, non furono mai restituite dal mare. Erano quelle di Pietro Amerio di San Marzano Oliveto, Mario Bonello di Tigliole, Carlo Saracco di San Martino Alfieri, Pietro Donna e Vincenzo Grasso di Asti.
Ma ci furono anche dei sopravvissuti. Uno di questi, Angelo Padello, nel ricordare quei tragici momenti che seguirono all’affondamento, al salvataggio e al tragico recupero delle salme, raccontò di aver incontrato un suo amico astigiano. Lo incontrò nel lunghissimo capannone che a Siracusa venne allestito per accogliere vivi, morti e feriti. «Mi chiamò un uomo e mi disse “Sono Dario, di Asti, non mi riconosci?» ricordò Angelo che aggiunse: «Ci tenemmo compagnia per molti giorni poi ci perdemmo di vista e io non ricordo più il suo cognome».
Montagnani, consultando i ruolini di imbarco, risalì alle generalità complete: Dario Penasso, classe 1921, caporale geniere.
Di quel Dario però si persero le tracce e l’appello al nostro giornale serviva proprio per rintracciarlo, o meglio rintracciare i suoi eventuali eredi e conoscere la sua storia dopo la fine della guerra. Ma non arrivarono segnalazioni significative.
Poi l’intuizione di Montagnani. «Ho cercato a lungo Penasso negli archivi militari, poi sono passato a cercarlo nei cimiteri attraverso l’applicazione AstiCimiteri del Comune di Asti. E, sorprendentemente, ho scoperto che Dario Penasso non era lontano, sepolto nel cimitero di San Marzanotto, suo paese di origine. Avevo già consultato in precedenza questa app ma non avevo allargato la ricerca anche ai cimiteri frazionali. Quasi come se Dario non avesse ancora deciso di farsi trovare».
Grande l’emozione di Montagnani per aver chiuso questa sua ricerca. «Sono andato sulla tomba di Penasso, ospitata nella cappella di famiglia, e con rispettosa emozione ho finalmente conosciuto Dario, con il suo viso sorridente arricchito da baffi alla moda dell’epoca. Eloquente l’epigrafe sulla lapide “Morì per la Patria” con data di morte 1951. Dario morì appena 10 anni dopo l’affondamento e questo fa pensare che egli tornò dalla guerra gravemente piegato nel fisico».
Una storia, quella di Dario e delle altre vittime del naufragio che merita tutto il nostro rispetto. Oggi come allora.
Ma c’è ancora un appello valido.
«Stavolta a chi riconosce i nomi dei nostri sette sfortunati conterranei ma anche a chi aveva un proprio parente che prese parte all’ultimo viaggio del Conte Rosso – conclude Montagnani – Venite a vedere la proiezione del documentario “La notte del Conte Rosso” martedì 26 agosto in due spettacoli: alle 17,30 in Sala Pastrone e alle 21,45 all’aperto alla Cascina del Racconto in via Bonzanigo 46. Per conoscere da vicino questa straordinaria storia tragica e troppo poco conosciuta che parla anche molto astigiano».