Impossibile stare dietro al numero di esposti che dagli Anni Novanta sono stati fatti dai residenti: l’ultimo porta la data del giugno scorso e, come in tutti i precedenti, le decine di firmatari ci hanno creduto fortemente. Ma, ad oggi, non hanno ottenuto la risposta sperata.
Parliamo del complesso residenziale Belvedere realizzato sulla collina Monterainero con accesso principale da via Pietro Micca. Un centinaio di appartamenti con vista mozzafiato sulla città e “spalle” coperte dal verde del parco in una posizione a ridosso del centro storico cittadino e accessi ai vari stabili attraverso vialetti interni costeggiati da piante e fiori. Alloggi che, mediamente, hanno generose metrature, anche nelle parti comuni e terrazze, balconi e affacci panoramici.
Quella spina nel fianco
Ma con una spina nel fianco che toglie il sonno ai suoi inquilini dei “piani di sopra”. Perché, in seguito alla variazione di destinazione d’uso autorizzata dal Comune di Asti da una quindicina di anni a questa parte, quelle che erano state realizzate come “camerette di sgombero” nei piani seminterrati, a servizio degli appartamenti ai piani superiori, sono state trasformate in tanti monolocali. Si tratta di stanzette che non arrivano ad una superficie di 20 metri quadri, con piccolissimi bagnetti interni e ovviamente ciechi e con un’unica finestra.
«Si trovano in due piani seminterrati dei condomini e così facendo hanno ottenuto decine di rifugi per i più disperati, perché chiamarli alloggi è impossibile. Sono piccoli, bui, malsani, non c’è circolazione di aria, pochissima luce naturale, servizi igienici al limite dell’essenziale. Ma come si fa a vivere in quelle condizioni?» si chiedono alcuni residenti che non vogliono essere riconosciuti per timore di ritorsioni.
E questa mattina è arrivata pronta la risposta di Questura di Asti e Polizia locale con un controllo, all’alba, in un alloggio con terrazzo (foto di copertina) occupato da sette stranieri. Sono stati tutti identificati e quattro di essi, visti da testimoni, sono stati allontanati dall’appartamento e portati in Questura per accertamenti ad opera dell’Ufficio Immigrazione.
«Ringraziamo di cuore la Polizia di Asti che ci ha ascoltati e ha organizzato il controllo – dicono i residenti per voce del giornale – Per noi che viviamo ogni giorno il problema, è stato un sollievo vedere divise e Volanti nei vialetti del nostro complesso. Una presenza che ci fa sentire al sicuro».
Bombole del gas: un pericolo per tutti i condomini
I residenti oltre alle condizioni quasi disumane di vita per gli inquilini delle “camerette”, non nascondono le preoccupazioni per gli inquilini dei piani superiori. E sono tante. «Si possono riassumere in una parola sola: sicurezza – e passano ad elencare – Sicurezza per gli stabili, perché tutti quegli inquilini lì non si attendono alla regola di usare piastre elettriche per cucinare, ma usano cucine a gas con bombole installate senza certificazioni in quei piccoli alloggi. E a volte pure negli stretti corridoi comuni di accesso. Questo significa che al minimo malfunzionamento si rischiano fughe di gas ed esplosioni».
Incontri sgradevoli ad ogni ora
E poi la sicurezza degli “incontri”. «Potete immaginare il tipo di inquilini che accettano di vivere in quei “buchi”. Sono per la stragrande maggioranza stranieri che, a giudicare dai loro orari e dai loro movimenti, non hanno lavori regolari e fissi. Innumerevoli le scene di piccolo spaccio cui noi assistiamo andando e tornando dai nostri appartamenti così come innumerevoli sono le discussioni e le liti violenti di cui siamo testimoni ogni giorno e, soprattutto, ogni notte. A quei piani seminterrati c’è un via vai continuo ad ogni ora di persone sempre diverse, il che ci fa ipotizzare con buona probabilità di ragione che, al di là degli inquilini più o meno regolarmente denunciati sui contratti ci sia un giro di ospitate e di subaffitti da far spavento».
Convivenza molto difficile
Schiamazzi, odori, risse, andirivieni continuo di estranei nelle parti comuni ai piani bassi (i condomini hanno le loro cantine di pertinenza nei piani sotto quelli delle camerette ma vi hanno pressochè rinunciato per non rischiare brutti incontri con il risultato, in alcuni casi, di essersele viste occupare abusivamente) cui si aggiunge il timore di imbattersi in queste persone (quasi sempre in gruppetti) mentre si esce o si rientra a casa.
«Soprattutto le donne che vivono nei palazzi sono state spesso oggetto di molestie verbali mentre non sono mancati casi di minacce agli inquilini uomini che hanno osato richiamare il “popolo delle camerette” al rispetto delle più basilari norme di convivenza civile.
Gli altri controlli
Qualcosa negli anni è stato fatto. Qualche controllo delle forze dell’ordine, a seguito degli esposti che vengono inviati anche in Prefettura, è stato eseguito ma il giorno dopo tutto torna come prima.
«Il problema è la concentrazione di persone in quelle camerette che sono invivibili, al di là della certificazione di abitabilità che è già di per sé una vergogna. Ancora oggi ci chiediamo come sia stato possibile consentire che quelle che erano appena più grosse di una cantinetta potessero diventare un alloggio» è lo sfogo schietto dei residenti.
L’Asl certifica: quelle camerette non possono essere abitate
«Abbiamo in mano anche una relazione dell’Asl di Asti – proseguono i residenti – dopo un sopralluogo recente, che parla chiaro: pur in presenza di concessione edilizia in sanatoria per il cambio di destinazione d’uso da locale di sgombero a civile abitazione, quelle camerette non hanno i requisiti igienico sanitari previsti da un decreto del 1975. A partire dall’altezza minima dei locali per passare alla superficie minima richiesta per persona residente nell’alloggio oltre alla mancanza di acqua calda sanitaria e insufficiente aerazione del locale. Eppure niente si muove in questa direzione».
Una risposta
Da sgomberare
Risanare
E arrestare subito i proprietari che danno affitti irregolare in locali non abitabilità