Quella trascorsa è stata l’ennesima settimana nera per i pendolari che utilizzano il servizio ferroviario tra Torino, Asti e il sud Piemonte. A denunciarlo è ancora una volta il consigliere regionale del Pd, l’astigiano Fabio Isnardi. «Il treno per Genova dello scorso martedì ha ritardato la partenza delle 17,30, rendendo possibile la coincidenza per Acqui Terme solo grazie all’attesa da parte del secondo treno. Ma rientrare dal capoluogo è stato difficile anche giovedì, dopo la cancellazione dei treni in partenza da Torino Porta Nuova delle 15,30 e 16,30, di alcune corse Sfm e il ritardo di circa 20 minuti nella partenza delle 17,30».
Muoversi tra Asti e Acqui Terme è stato altrettanto disagevole: «Nella stessa giornata di giovedì, il treno delle 16,12 per Acqui Terme è stato sostituito all’ultimo da autocorsa. Venerdì mattina ha visto invece la cancellazione del treno Acqui-Asti delle 7,44, un orario critico per chi viaggia. Per il trasporto ferroviario stesso, che appare inadeguato a chi ha tempi lavorativi serrati, e per i lavoratori che ne fanno uso, che rinunciano a una parte del proprio tempo libero, o con le famiglie, trascorrendolo a bordo dei convogli in ritardo oppure nelle stazioni, spesso senza alcuna assistenza o informazione».
Isnardi ribadisce, però, come l’alternativa, la vettura privata, non sia sempre un’opzione. «Le città e le tangenziali sono ogni giorno più intasate dal traffico e il costo degli spostamenti sale. Vivere lontano dai grandi centri urbani, oppure in periferia degli stessi, finisce per diventare una delle tante cause di isolamento sociale. Trenitalia ha un importante contratto con la Regione Piemonte, a partire da cui ci si aspetterebbe l’offerta di un servizio adeguato ed efficiente che giustifichi l’investimento di denaro pubblico». «Non possiamo più accontentarci di promesse su un futuro roseo e più sostenibile – conclude il consigliere del Pd – Il tempo passa, il futuro è sempre più lontano e il presente troppo spesso mal servito».