Cerca
Chiudi questo box di ricerca.
Ghigo Tetto ospedale di Asti
Attualità
Intervista

Infiltrazioni d’acqua al Massaia: «Il tetto dell’ospedale di Asti fu realizzato a norma»

Abbiamo interpellato l’architetto Alberto Ghigo che fece parte del team di progettazione dell’edificio

Dopo le ultime infiltrazioni d’acqua dal tetto dell’ospedale Massaia e la quantificazione dei costi, 100.000 euro, che sarebbero necessari solo per ispezionare il tetto, abbiamo interpellato l’architetto Alberto Ghigo che fu nel team dei progettisti del nosocomio.

Architetto Ghigo, dopo l’ennesima infiltrazione d’acqua dal tetto dell’ospedale, il nuovo direttore generale dell’Asl ha sollevato dubbi sulla funzionalità delle coperture in plexiglass, rispetto alle bombe d’acqua, e sui costi di manutenzione.

Le accuse sono ingiuste e ignorano il contesto storico del progetto. Il progetto dell’ospedale risale al 1992 e i lavori sono iniziati nel 1996. In quegli anni non si parlava di “bombe d’acqua” o dei fenomeni meteorologici eccezionali che vediamo oggi. Le normative erano diverse. Sostenere che il progetto sia stato tecnicamente sviluppato senza tener conto di alcune criticità climatiche future è fuorviante. Inoltre, il progetto rispettava pienamente gli standard e le regole di sicurezza dell’epoca.

A causa della mancanza delle linee vita, solo accedere al tetto e ispezionarlo costerebbe 100.000 euro.

Le linee vita per gli operatori, sul tetto, imposte dalle norme successive, non erano previste né richieste nel 1996. Era responsabilità dell’Asl, come qualsiasi buon proprietario di casa, aggiornare la struttura alle nuove norme e installare le linee. L’Asl ha avuto molti anni per farlo. Vorrei inoltre sottolineare che il progetto è stato realizzato da un team di circa dodici progettisti, inclusi un capo dipartimento del Politecnico di Torino e una squadra di sei ingegneri. Non è stato il lavoro di una singola persona. Tutte le parti del progetto sono state collaudate con tutti i crismi dell’epoca.

Si pensa che la struttura del tetto, con i suoi lucernari, sia stata concepita per far entrare molta luce, ma forse senza pensare alla manutenzione futura. Era stato previsto un piano di manutenzione per quella zona?

La progettazione del tetto della piazza, in particolare la sua copertura, è stata studiata da una ditta specializzata e primaria del settore. La piazza è stata concepita come un luogo aperto in deroga alle normative antincendio dell’epoca, richiedendo un complesso sistema di evacuazione fumi e la necessità di rinforzare il solaio per permettere l’ingresso di mezzi pesanti dei vigili del fuoco. Questo dimostra l’attenzione alla sicurezza e alla funzionalità della struttura. Per quanto riguarda la manutenzione, avevo effettivamente preparato una bozza di piano, in anticipo rispetto a quanto richiesto dalle normative italiane di allora.

Quindi quale sarebbe la causa delle infiltrazioni d’acqua nell’ospedale?

Dal 2004, anno in cui l’ospedale è stato inaugurato (la maternità a fine 2004, poi tutti i trasferimenti in 6 mesi) sono passati 21 anni senza, secondo me, un’adeguata manutenzione.

Tornando al costo di 100.000 per l’ispezione, quali soluzioni immediate propone per affrontare questo problema e, più in generale, quello delle infiltrazioni?

Il costo di 100.000 per l’ispezione mi pare eccessivo solo perché mancano le linee vita. Comunque si può accedere al tetto da sotto, attraverso la piazza, utilizzando un’autoscala con cestello. La soluzione più logica e duratura è investire nelle linee vita e in un piano di manutenzione periodica. La manutenzione preventiva, fatta “poco per volta” ogni anno, costa molto meno di un intervento straordinario. Invece di cercare i colpevoli nel progetto di oltre trent’anni fa, bisognerebbe concentrarsi sulle soluzioni.

Quindi pensa che le critiche siano ingiuste?

L’ospedale è stato realizzato con un ribasso del 30% sui prezzi del ’92 e senza incidenti in cantiere, un vero record per un’opera di tale portata. È triste vedere che la struttura venga spesso denigrata, minando la fiducia dei cittadini in un’opera che, al tempo della sua inaugurazione, era davvero all’avanguardia.

[nella foto copertina l’architetto Alberto Ghigo]

Condividi:

Facebook
Twitter
WhatsApp

Le principali notizie di Asti e provincia direttamente su WhatsApp. Iscriviti al canale gratuito de La Nuova Provincia cliccando sul seguente link

Una risposta

  1. Il progetto è stato proposto è poi approvato, era della ditta spagnola e aveva come soluzione un centro commerciale, già utilizzato in sede Europea e non aveva tenuto conto del “Fontanino” e nemmeno della durata nel tempo, cosa grave per un nosocomio. Ho seguito il tutto in qualità di fotografo su tutto l’avanzamento lavori, ricordiamo che fin dall’inizio dell’apertura si manifestarono più inconvenienti.

Lascia un commento

Il tuo indirizzo email non sarà pubblicato. I campi obbligatori sono contrassegnati *

Scopri inoltre: