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Massimo Scognamiglio e grattacielo a grappolo
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«Grattacielo a grappolo, Asti chiama Dubai? Quei soldi usateli per assumere personale sanitario»

L’ex consigliere comunale ed ex dipendente dell’Asl Massimo Scognamiglio commenta la proposta sull’ex ospedale

Periodicamente, qualche esponente della Regione Piemonte, soprattutto in tempo di elezioni, ma anche lontano dalle elezioni, si sveglia un mattino e dichiara che la soluzione del vecchio Ospedale abbandonato da oltre 20 anni è imminente, o quasi. Nel tempo dopo Cirio, Chiamparino, Cota è il turno ora dell’assessore alla Sanità Riboldi che dichiara il proprio entusiasmo per l’ipotesi progettuale dell’Unione Industriale di Asti che vedrebbe sorgere al posto del vecchio immobile di via Bottallo un grattacielo di 14 piani, 70 metri circa di altezza complessiva, rigorosamente a forma di grappolo dal costo presunto di 35 milioni di euro.

Da ex dipendente dell’Ospedale, che ha visto il progressivo declino della sanità astigiana e piemontese con decine di migliaia di cittadini che non si curano più, mi chiedo se l’assessore non abbia maggiori urgenze alle quali pensare oppure se, nel suo lavoro quotidiano che dovrebbe essere particolarmente gravoso, gli avanzi del tempo. L’assessore dichiara che troverà i soldi per avviare e concludere l’operazione. Incredibilmente le Istituzioni per talune iniziative i soldi li trovano per altre non ci sono oppure scarseggiano.

Da ex dipendente della sanità mi chiedo se i soldi non sarebbero meglio impiegati per assumere personale, per ridurre i tempi di attesa, per riattivare strutture sanitarie come l’ex Maternità, anziché pensare di impiegarli in immaginifici grattacieli. Da abitante di corso Alfieri, nei pressi della piazzetta S. Maria Nuova cerco di immaginare l’impatto del grattacielo di 14 piani costruito con materiali innovativi: vetro, acciaio ecc. e, immediatamente mi domando che cosa centri un simile ipertrofico edificio con il contesto del centro cittadino, a pochi metri dalla ottocentesca piazza Alfieri, a due passi dal Battistero di S. Pietro, a due passi dalla Torre Troyana di piazza Medici.

Si vuole davvero stravolgere la caratteristica del centro cittadino? Restano poi diversi altri quesiti: che fine farà l’ex convento dell’antico ospedale? Come può integrarsi con la nuova struttura? Come la Soprintendenza ai beni culturali tutelerà non solo il vecchio convento ma l’armonia del centro storico dell’intera città. Come si concilia la manifestazione del Palio che svolgendosi prevalentemente nella piazza Alfieri sarà sovrastata da un grattacielo, pur a forma di grappolo? È forse opportuno cominciare a pensare di cambiare il nome al Palio: anziché Palio di Asti, in Palio di Dubai.

Massimo Scognamiglio, ex consigliere comunale di Asti

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Una risposta

  1. Da ex dipendente della sanità anche se non astigiana sono esterrefatto dalla NON sanità attuale anche se vi sono reparti stupendi,come cardiologia che ringrazio e ringrazierò sempre ,che salvano un po la faccia all ospedale di Asti

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