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Douja d’Or

Douja d’Or, ad Asti la tradizione piemontese in una nuova forma da assaporare

Presentato l’inedita versione del panino che ha conquistato tutto il Piemonte, fusione di sapori tradizionali e autenticità

Sold out in piazza San Secondo ad Asti per lo showcooking dello chef Domenico Sorrentino, organizzato nell’ambito della Douja d’Or in collaborazione con Coldiretti Asti e il Consorzio Barbera d’Asti e Vini del Monferrato. Protagonista della serata il panino Monfrà, “il più raro del mondo” come soprannominato dallo Chef Sorrentino, affiancato da un calice di Barbera d’Asti DOCG.

Ad aprire la serata è stato Filippo Mobrici, vice presidente del Consorzio Barbera d’Asti e Vini del Monferrato, che ha ringraziato i presenti, lo chef e il presidente di Coldiretti Asti, ricordando l’importanza di queste iniziative per valorizzare il territorio e i suoi prodotti.

Lo chef Sorrentino – fondatore di SoulFud, realtà che si occupa di “cucina d’autore” con menù personalizzabili anche per vegetariani, vegani, celiaci e intolleranti – ha guidato i partecipanti alla scoperta del panino più raro del mondo. Nato nel 2015, il Monfrà è un progetto che racconta il Piemonte attraverso ingredienti selezionati, tutti a km 0, con l’obiettivo di portare lo street food di qualità anche oltre i confini regionali.

Una ricetta inedita

Per l’occasione è stata presentata una ricetta inedita, preparata e spiegata passo passo davanti al pubblico come un vero rituale. Nel panino trovavano posto: pane di grano antico San Pastore a lievitazione naturale con nocciole piemontesi e miele di castagno, battuta di Fassona piemontese, indivia riccia, pomodoro cuore di bue, robiola di Roccaverano DOP, maionese al Barbera d’Asti, timo fresco e polvere di peperone di Carmagnola. Una combinazione che univa la versione originale del Monfrà con la cosiddetta “Asti Edition”, tradizionalmente proposta in inverno durante i mercatini di Natale.

Gli ingredienti come racconto

Sorrentino ha voluto sottolineare il valore culturale e simbolico degli ingredienti, citando ad esempio il formaggio Montebore, prodotto da pochi casari in Val Borbera, o la robiola di Roccaverano, dalla forma che richiama l’antica torre della frazione omonima, conosciuto fin dal 1489 e apprezzato persino da Leonardo da Vinci. «Ogni prodotto è un pezzo di storia – ha ricordato – e raccontarlo significa dare luce al nostro territorio e a chi lo custodisce».

Il calice di Barbera

Accanto al panino, protagonista anche il vino: un calice di Barbera d’Asti DOCG, vitigno autoctono con documenti storici che risalgono alla metà del Cinquecento. Dal 1970 acquisisce la denominazione di origine controllata e nel 2008 ha ottenuto la denominazione di origine controllata e garantita, e oggi è coltivato in 156 comuni tra Asti e Alessandria. La degustazione istituzionale proposta in piazza era l’annata 2023, affinata in acciaio: un vino asciutto, dal colore rubino intenso, fresco e armonico, ideale compagno del Monfrà.

Un messaggio per il futuro

La serata si è conclusa tra applausi e interventi, con un messaggio condiviso dagli organizzatori: «I ponti siamo noi, e se non facciamo comunicazione non andiamo da nessuna parte». Un invito a continuare a raccontare il territorio attraverso le sue eccellenze, trasformando la tradizione in futuro.

Inoltre l’invito si estende alla Fiera di Cheese che si terrà dal 19 al 22 settembre a Bra, dove si potrà degustare il Panino Monfrà in versione originale con il Montebore.

[Foto Ago]

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