Riceviamo e pubblichiamo un intervento sull’edilizia sociale a firma di Alberto Deambrogio, segretario regionale del PRC per il Piemonte e la Valle D’Aosta e Gianmarco Coppo, segretario federale del PRC di Asti
Nei giorni scorsi la seconda Commissione regionale ha dato parere favorevole alla modifica del regolamento che governa l’assegnazione degli appartamenti di edilizia sociale, aprendo le assegnazioni anche a Vigili del Fuoco e militari. L’assessore Marrone ha parlato di adempimento formale, ma è del tutto evidente che quella che si è compiuta è una chiara volontà politica. Peraltro va segnalato che operazioni di questo tipo vengono portate avanti in molte parti del nostro Paese sia da amministrazioni di centro destra, che di centro sinistra.
Noi giudichiamo questo atteggiamento francamente irricevibile. Il destinare quote sempre maggiori del patrimonio di case popolari a famiglie di lavoratori pubblici, con redditi più alti di quelli delle famiglie in graduatoria e soprattutto più certi, innesca una spirale di ingiustizia. Non ci sarebbe nulla di male se il settore pubblico offrisse alloggi anche a lavoratori dipendenti suoi che non hanno una capacità economica per seguire il mercato delle locazioni, ma dovrebbero essere degli alloggi aggiuntivi, non alloggi che vengono sostituiti a una nuova destinazione.
Si tratterebbe dunque di aumentare l’offerta pubblica seguendo il fabbisogno. Ricordiamo che il Piemonte (data 2020, quindi passibile di ulteriore peggioramento) aveva un deficit di 16.000 case popolari. A Torino nel 2024 si era in presenza di 7500 domande per case popolari. Scelte come quelle avallate a livello regionale non risolvono queste necessità e hanno il solo tragico esito di tenere fuori dal diritto alla casa chi ne ha più bisogno, ingenerando anche un’odiosissima competizione tra ultimi e penultimi nella scala sociale.
Alberto Deambrogio, segretario regionale del PRC per il Piemonte e la Valle D’Aosta
Gianmarco Coppo, segretario federale del PRC di Asti