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Villafranca, individuata areaper scavare nuovi pozzi
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Villafranca, individuata area
per scavare nuovi pozzi

Misurazioni condotte dal dipartimento di Scienze della Terra hanno individuato, nel territorio di Villafranca, un’area potenzialmente utile per lo scavo di nuovi pozzi come fonte di

Misurazioni condotte dal dipartimento di Scienze della Terra hanno individuato, nel territorio di Villafranca, un’area potenzialmente utile per lo scavo di nuovi pozzi come fonte di approvvigionamento alternativa a quella di Valle Maggiore di Cantarana e Ferrere, dove i recenti monitoraggi confermano la situazione di criticità già evidenziata dai dati storici dei piezometri dell’Azienda Asti Servizi Pubblici: un abbassamento del livello della falda di oltre 40 metri rispetto alla situazione naturale di risalienza.

La situazione attuale
«Il volume d’acqua prelevato dalla falda acquifera di Valle Maggiore è superiore alla capacità di reintegro dell’acquifero, per via di un numero elevato di pozzi che insistono su di un’area ridotta», spiega il Professor Vincenzo Gerbi, presidente dell’Ente d’Ambito – Servizio idrico Astigiano Monferrato (l’ente programmatore dei servizi di acquedotto, fognatura e depurazione, ndr.). «Un leggero miglioramento si è ottenuto a partire dall’agosto 2012 grazie alla realizzazione dell’interconnessione acquedottistica con il Monferrato, che ha consentito una risalita del livello di falda di circa 8 metri, confermando l’effetto positivo della delocalizzazione dei prelievi. Il beneficio ottenuto ha consentito di riportare il livello della falda a quello dell’anno 2010, ottenendo un risultato importante ma non risolutivo, come dimostrano l’inserimento della falda di Valle Maggiore di Cantarana nel Piano di Tutela delle Acque Regionale come zona sovrasfruttata per il prelievo di risorsa idrica e l’inserimento del livello della falda nel Piano di Monitoraggio Regionale dal 2012». «L’individuazione di una risorsa idrica ulteriore, sia al campo pozzi di Valle Maggiore sia all’interconnessione acquedottistica con l’acquedotto del Monferrato, e la realizzazione di un nuovo campo pozzi, prima di trovarsi in situazioni di criticità ed emergenza – prosegue Gerbi – è dunque tecnicamente indispensabile per permettere alla falda idrica di Valle Maggiore di stabilizzarsi su livelli idonei, più consoni alla capacità di ricarica, e tali da poterne permettere un continuo futuro utilizzo».

Possibili nuovi pozzi  lungo il Triversa
Lo studio, presentato il pomeriggio di lunedì 28 dicembre in conferenza stampa a Villafranca, si prefigge l’obiettivo di tutelare la risorsa idrica al fine di garantire l’uso sostenibile dei prelievi per le future generazioni. «Attraverso un’operazione che possiamo considerare lungimirante – afferma il Professor Gerbi – abbiamo individuato in prossimità del rio Triversa, lungo il primo tratto di provinciale che da Villafranca prosegue in direzione di Roatto, un’area potenzialmente idonea alla realizzazione di nuovi pozzi. Il primo passo prevede lo scavo di un pozzo pilota che, qualora dovesse confermare le nostre previsioni di portate e capienza, darà il via a un lungo iter per la realizzazione di nuovi pozzi, sufficientemente lontani a quelli di Valle Maggiore per garantire il reintegro dell’acquifero e, allo stesso tempo, non troppo distanti dalla zona di allacciamento alle condutture dell’acquedotto che rifornisce il capoluogo, per poi proseguire fino a Nizza».

Marzia Barosso

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