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Stagione Lingua di mezzo Spazio Kor
Cultura e Spettacoli
Cartellone

Presentata “Lingua di mezzo”, la nuova stagione teatrale di Spazio Kor

Composta da sette spettacoli e un laboratorio, si svolgerà dal 16 novembre al 19 aprile, spaziando tra prosa, danza, poesia e musica

«”Lingua di mezzo” è una stagione che si colloca in un progetto più ampio. Con Giulia Traversi abbiamo infatti avviato l’anno scorso un percorso triennale incentrato sul tema della lingua, intesa non solo come idioma, ma anche come componente fondamentale dell’apparato fonetico. Cominciato con la stagione “Voce”, procede ora con un cartellone che vuole indagare cosa accade nel processo di tradizione linguistica a livello semantico e di relazioni interpersonali, quando interviene l’incomprensione. La riflessione si sposta quindi sullo spazio che naturalmente si apre laddove una traduzione si compie».
Così Chiara Bersani, co-direttrice artistica di Spazio Kor insieme a Giulia Traversi, ha presentato ieri (martedì) la stagione 2025/2026 del teatro che trova spazio nell’ex chiesa di San Giuseppe ad Asti. Composta da sette eventi e un laboratorio, si svolgerà dal 16 novembre al 19 aprile, spaziando tra spettacoli di prosa, danza, poesia e musica.
Presenti all’incontro, oltre a Chiara Bersani, anche Fabiana Sacco, compinente dello staff di Spazio Kor, e Matteo Negrin, direttore della Fondazione Piemonte dal Vivo. Assente per indisposizione Giulia Traversi.

Le parole di Chiara Bersani

«La stagione teatrale si propone di esplorare l’evoluzione della lingua in materia di inclusività – ha spiegato Bersani – non solo nella scelta degli spettacoli, ma anche nelle pratiche comunicative, per esempio introducendo forme come l’asterisco o la vocale finale ə, che rappresentano il genere neutro. Questi strumenti linguistici non sono solo innovazioni, ma risposte urgenti e necessarie alle richieste comunicative del nostro tempo».
«In un mondo dove la competizione sembra prevalere, quindi – ha continuato – “Lingua di mezzo” ci invita a riflettere su come la vera convivenza sia l’obiettivo da perseguire. È un invito a ripensare il nostro modo di comunicare, a trovare nuove forme di espressione che possano accogliere tutti, senza esclusioni. Siamo entusiaste di intraprendere questo viaggio per scoprire come la lingua possa diventare un ponte tra le persone, un luogo di incontro e di dialogo».

I commenti

«Il Comune – ha commentato l’assessore comunale alla Cultura, Paride Candelaresi – continua a sostenere le attività di Spazio Kor che arricchiscono l’offerta culturale della città. Non solo un teatro, ma anche un luogo di laboratori e progetti vivaci, con una particolare attenzione per l’accessibilità e la creatività giovanile, oltre che, come suggerisce il titolo della nuova stagione, stimolo al dialogo e allo scambio».
Ad intervenire anche Matteo Negrin, direttore della Fondazione Piemonte dal Vivo: «Anche per la stagione 2025/2026  – ha annunciato – rinnoviamo l’impegno a rendere il teatro un’esperienza viva, accessibile e condivisa. Ogni appuntamento nasce dalla volontà di connettere territori, comunità e linguaggi artistici, intrecciando tradizione e contemporaneità. Continuano i progetti tesi a migliorare e accrescere la fruizione dello spettacolo dal vivo, con azioni improntate al “Design for All” nella convinzione che la cultura sia un diritto universale nella misura in cui è libera e pienamente accessibile».
«Per noi – ha affermato Fabiana Sacco (Spazio Kor) “Lingua di mezzo” è un invito ad aprire ancora una volta le porte di Spazio Kor come casa per chi cerca nel teatro un luogo di incontro autentico. Uno spazio che si può definire un’avanguardia, perché prova ad andare più in profondità di altri rispetto a temi e focus importanti come l’accessibilità».
«Posso aggiungere – ha continuato – che siamo felici di tornare ad accogliere la prosa, che porta con sé la forza delle storie e delle parole, intrecciata alla danza e agli altri linguaggi della scena. Al centro rimane il nostro impegno per l’accessibilità, perché crediamo che il teatro sia davvero completo solo quando tutte e tutti possono viverlo. È in questo spazio di condivisione che sentiamo di poter costruire, insieme al pubblico, nuove possibilità di ascolto e di relazione».

I promotori

“Lingua di mezzo” è realizzata all’interno della Rete Patric con Comune di Asti e Teatro degli Acerbi, in collaborazione con Fondazione Piemonte dal Vivo e Lavanderia a Vapore. La stagione è stata realizzata grazie al sostegno di Regione Piemonte, Fondazione Cassa di Risparmio di Asti, con maggiori sostenitori la Fondazione CRT e la Fondazione Compagnia di San Paolo per il progetto “Patric review”.

Biglietteria

Le prevendite saranno aperte dal 13 ottobre. I prezzi dei biglietti sono rimasti uguali a quelli dell’anno scorso. Biglietto intero 10 euro; ridotto 8 euro (Kor Card, abbonati Teatro Alfieri, tesserati Biblioteca Astense Giorgio Faletti, under 25, over 60); ridotto 5 euro (gruppi da 10 persone). Previste varie tipologie di abbonamento.

Il calendario

Domenica 16 novembre ore 21
Tutte le cose più grandi di me
Uno spettacolo di e con Sofia Longhini
Progetto vincitore del Progetto Residenze 2024 di Teatro in Quota
Lo spettacolo nasce dal desiderio di indagare l’origine dietro a un malessere generazionale in cui si protrae una sorta di adolescenza oltre i limiti del lecito, mentre il mondo chiede di essere adulti, senza dare gli strumenti per diventarlo. È il monologo di una ragazza che, per caso, si ritrova nel mezzo di una manifestazione di cui non sa nulla, si sente fuori posto, sbagliata, eppure riconosce, in quella massa compatta, qualcosa che la riguarda. Uno squilibrio tra senso di appartenenza a una collettività e sentimento amaro del singolo, in una generazione, come quella attuale, così incallita nelle sue individualità. Eppure, in quella massa, c’è il nocciolo per una possibilità di incontro. La ragazza cerca di mimetizzarsi tra quegli esseri che sembrano così diversi da lei, cerca similitudini nei loro gesti, nei modi di fare, nelle canzoni che quelli stanno cantando. È un tentativo goffo e quasi sicuramente fallimentare, ma pur sempre un tentativo.

Sabato 29 novembre ore 21
Foresto
da “La notte poco prima delle foreste” di Bernard-Marie Koltès

Cura, regia Babilonia Teatri
Traduzione Francesco Bergamasco
Adattamento in dialetto veronese Enrico Castellani
Traduzione LIS Daniel Bongioanni Con Enrico Castellani e Daniel Bongioanni
“La notte poco prima delle foreste” è una sorta di testo sacro laico, un gioco di specchi in cui lingue e culture diverse si intrecciano e dialogano tra loro.  Due voci per un monologo: una parlata ed una segnata. Due voci che si contrappongono, si incontrano e si moltiplicano, si fanno voce sola, si fanno unisono, che si fanno mondo.  Due voci a dialogare con una terza voce: la voce della musica elettronica suonata live sulla scena.  Tre voci che dialogano con una quarta: la proiezione delle parole del testo in italiano.

Domenica 18 gennaio – Ore 15 (in replica ore 17) Spazio Kor
Things
Con Alfredo Zinola, Salome D’Attila
Musica Clara Pazzini
Drammaturgia Maxwell McCarthy
Spettacolo per bambine e bambini dai 3 anni in su
Accessibile per persone cieche e ipovedenti. Possibilità di touch tour ore 14.30 e 16.30
“Things” mette in discussione il rapporto dell’uomo con la natura che lo circonda, i paesaggi in cui vive e gli oggetti che lo compongono. Il coreografo Alfredo Zinola ha ideato una “danza delle cose”, per un pubblico invitato a giocare con vicinanza e distanza.

Sabato 7 febbraio – Ore 21
Monumentum DA
Di Cristina Kristal Rizzo, Diana Anselmo
Coreografia Cristina Kristal Rizzo
Performance Diana Anselmo, Cristina Kristal Rizzo
“Monumentum” è un progetto della coreografa e dance maker Cristina Kristal Rizzo che interroga le forme della memoria collettiva e del ritorno delle immagini, riflettendo sul dispositivo del monumento come traccia vivente nel suo dispiegarsi in materia corporea. Ha preso avvio nel 2022 con un solo interpretato dalla danzatrice Megumi Eda e con una creazione per ensemble. Adesso muta forma e continua moltiplicando gli sguardi lungo il filo della coreografia, in una nuova tappa che si avvale della collaborazione e interpretazione di Diana Anselmo, performer sorda bilingue (italiano e Lis, Lingua dei segni) e attivista dell’associazione Al.Di.Qua.Artists, formata da artisti con disabilità.
La creazione si configura come un racconto, un movimento del corpo a corpo, che intende amplificare e dare spazio alle possibilità intrinseche della lingua dei segni.

Sabato 21 febbraio 2026 – Ore 21
Dov’è più profondo
Progetto, coreografia, scrittura vocale e performance Irene Russolillo
Creazione sonora e performance Edoardo Sansonne|Kawabate
Assistenza drammaturgica e cura Irene Pipicelli
“Dov’è più profondo” è uno spettacolo fatto di corporeità, suono e immagini, esito di un processo creativo in cui praticanti di forme canore e di oralità tradizionali dei territori ospitanti sono stati invitati a condividere il proprio patrimonio musicale e culturale. Le loro voci sono state registrate, andando così ad implementare il repertorio di cori e di cantori spontanei ritrovabile in rari archivi e collezioni della Puglia, del Piemonte e della Valle d’Aosta.
In “Dov’è più profondo” convivono narrazioni sovrapposte, canti spogliati da una provenienza unica e pensieri sulle identità e le tradizioni svincolati dall’ideale di purezza, per lasciare spazio all’imperfezione della mescolanza.

Sabato 7 marzo – ore 21
Ruvido umano
rito sonoro di e con Mariangela Gualtieri
Con la guida di Cesare Ronconi
Questo nuovo rito sonoro sarà composto dai versi dei due volumi di Mariangela Gualtieri recentemente pubblicati. In “Ruvido umano”, modulando la sua voce tra durezze e dolcezze, incanti e disincanti, Mariangela Gualtieri invita all’attenzione e all’ascolto del visibile e dell’invisibile. Il timbro, a tratti indignato e severo, si intreccerà con l’incantamento e la seduzione della terra e delle sue meraviglie, fino a osare l’esortazione. Da “Bello Mondo”, invece, saranno le parti più ritmiche e corali a divenire voce.

Domenica 22 marzo – Ore 19
Vorrei una voce
Di e con Tindaro Granata
Con le canzoni di Mina
Scritto e interpretato dall’attore Tindaro Granata, che torna così ad Asti,”Vorrei una voce” è frutto di un intenso percorso creativo realizzato con le detenute di alta sicurezza della casa circondariale di Messina, nell’ambito del progetto “Il Teatro per Sognare”. Il fulcro di questo monologo, costruito attraverso le canzoni di Mina cantate in playback, è il sogno: perdere la capacità di sognare significa far morire una parte di sé.

Sabato e domenica 18-19 aprile (orario da definire) – Spazio Kor
Laboratorio Le Campane
Memorie individuali per voce collettiva
Laboratorio a cura di Alma Spina e Viola Lo Moro
Cosa rimane quando tutto il resto sfuma? Il ricordo individuale può diventare un’azione collettiva? Può la parola innestata nella memoria farsi nuovo frutto, nuovo linguaggio? “Le Campane” è un laboratorio che vuole generare un tempo individuale e collettivo per dedicarsi alla cura della memoria, intesa non un concetto storico, simbolico o sociale, ma un’azione, una pratica di ripetizione, un allenamento.
«Quello che ci interessa – spiegano i promotori – è concedere e concedersi un tempo dedicato esclusivamente all’esperienza corporea della memoria, per esplorare le risonanze di questa pratica in ognuna di noi, per andare a indagare che cosa rimane quando l’organismo corpo- mente si dedica esclusivamente a una cosa soltanto. È da questi allenamenti personali che ci proponiamo di fare collettivo, di dare vita a un coro ridondante come le campane e di farlo risuonare nello spazio».

 

 

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