Un calendario lungo che abbraccia due mesi e un territorio, il Monferrato, sotto una stella nascente di turismo a misura d’uomo.
E’ quello delle fiere nazionali ed internazionali del tartufo bianco che domenica inaugura con la prima giornata di Montiglio Monferrato.
Dopo l’esperimento dell’anno scorso, anche per il 2025 è stata creata una rete tra le fiere del tartufo per un’azione condivisa di comunicazione allo scopo di amplificare la visibilità e l’attrattività sul territorio. Un lavoro di coordinamento che vede come ttori principali la Camera di Commercio Asti-Alessandria e il Gal Basso Monferrato insieme ai quali hanno lavorato le Atl del territorio e il Centro Nazionale Studi Tartufo.
Dunque, ad ottobre, domenica 5 e domenica 12 a Montiglio Monferrato, sabato 19 – 25 e 26 ottobre a Moncalvo, 2 e 3 novembre a San Damiano, 9 novembre a Montechiaro, 16 e 23 novembre a Murisengo, appena un passo più in là, in provincia di Alessandria.
Sul campo i Comuni, che hanno coordinato i singoli progrmmi molto ricchi per ognuno degli appuntamenti. Tutti con un obiettivo unico: continuare a presentare nella fiera del tartufo tutto il territorio portando “in vetrina” tartufai ma anche produttori agricoli, Pro loco, l’arte, i paesaggi, le tradizioni, la genuinità della vita fra le colline monferrine. Senza inutili campanilismi ma con uno spirito di colaborazione che sia di esempio per tutti i Comuni e altre iniziative.
Alcuni dei Comuni hanno dilatato il tempo della fiera organizzando eventi di anteprima e grande lavoro è stato fatto per il Trifola Express, i treni d’epoca che fanno parte di pacchetti dell’offerta turistica per le doppie giornate di Montiglio e Murisengo. Pacchetti, peraltro, che stanno andando a ruba.
«Ricordiamoci che il Monferrato è terra “benedetta” dalla crescita del tartufo, un prodotto che non è coltivabile e dunque per questo unico e raro – ha affermato Dimitri Tasso, sindaco di Montiglio – Su questa terra si è acceso il faro del turismo e dell’interesse, ora tocca a noi non farlo spegnere. E non solo sul fronte dei visitatori. La speranza è che qualcuno, da turista diventi residente e offra un nuovo futuro alle nostre terre».
Di tartufo e di economia ha parlato anche Giampaolo Coscia, presidente della Camera di Commercio: «La stagione delle fiere di quest’anno – ha detto – sarà seguita da un consulente della Bocconi, incaricato dalla Camera di Commercio per “misurare” l’impatto economico sul territorio degli eventi legati al tartufo».
Riflessione tecnica quella di Antonio De Giacomi, presidente del Centro Nazionale Studi Tartufo: «Belle e valide tutte le iniziative collaterali, ma la centralità di ogni fiera deve essere il tartufo. Che segna una produzione sempre minore a causa di cambiamenti climatici, di scelta e metodi di colture, di aumento del numero di tartufai. E’ importante – ha detto – mettere a dimora nuove piante tartufigene, anche da parte dei Comuni che hanno facilità ad individuare zone pubbliche adatte a diventare tartufaie. Con i bandi regionali e la futura “carta di potenzialità” tanto si potrà fare per salvaguardare questo patrimonio. E sarà necessario per non farlo disperdere per sempre».