Un lavoro tutto astigiano, condotto dal nucleo di polizia economico finanziaria della Guardia di Finanza di Asti quello che ha portato ieri all’arresto di Massimo Diotti, 55 anni, private banker che ha lavorato per due banche dell’Albese, accusato di essersi appropriato indebitamente di oltre 2 milioni di euro.
Il reato ipotizzato dal pm Stefano Cotti è quello di truffa ai risparmiatori e deriva dalle numerose denunce di clienti che, dopo aver affidato al promotore consistenti risorse finanziarie con finalità di investimento e confidando nella sua professionalità e nel rapporto fiduciario instaurato negli anni, hanno invece scoperto, in seguito, che in realtà le somme risultanti effettivamente disposibili pera di gran lunga inferiori a quelle inizialmente versate.
Scoperta che spesso è stata fatta da parenti degli investitori, trattandosi infatti di persone particolarmente vulnerabili e fragile, spesso anziane o con nessuna dimestichezza con la gestione autonoma di strumenti finanziari. Purtroppo le “vittime ideali” di chi non si fa scrupoli e punta ai loro patrimoni che, in alcuni casi, si sono dimostrati anche ingenti.
«Secondo le nostre indagini – scrivono dal Comando della Guardia di Finanza di Asti – è emerso che il promotore, sfruttando il fatto che i clienti non erano in grado di utilizzare strumenti elettronici e informatici tra i quali l’home banking, aveva fatto firmare delle disposizioni di bonifico da lui predisposte a favore dei proprio conti correnti o di società a lui riconducibili. Le somme così sottratte – prosegue – venivano reinvestite in attità imprenditoriali direttamente riconducibili all’indagato o destinato all’acquisto di beni mobili registrati fra i quali anche un’auto intestata alla moglie che risulta anch’essa indagata per riciclaggio».
La Finanza ieri gli ha notificato, nella sua tenuta di Gavi, il provvedimento di arresti domiciliari e di sequestro di beni del valore di circa 2 milioni e 200 mila euro.
L’indagine è tutt’altro che chiusa, però, perché oltre ai dieci risparmiatori già “trattati” dalla Procura, vi sono nuove querele ancora al vaglio cui si aggiunge un appello rivolto ad eventuali ulteriori vittime che si siano viste sottrarre risparmi e investimenti affiché si presentino in Guardia di Finanza per sporgere denuncia.