Al grido di “Free, free, Palestine” si è mosso stamattina, da piazza Roma, il corteo degli studenti astigiani che hanno aderito allo sciopero generale per la Palestina promosso per la giornata di oggi da Cgil e Usb, che si è aggiunto mercoledì all’astensione del lavoro proclamata da Si.Cobas. Muniti di bandiere, cartelli e, spesso, con la bandiera della Palestina dipinta sul volto, i ragazzi hanno dato vita ad un corteo preceduti dallo striscione “Asti per la Palestina – Rompiamo l’assedio”. A prendere la parola per primo Mauro Bosia, consigliere comunale “Unità si può”, che ha invitato i ragazzi a prendere parte ad una manifestazione pacifica, mentre Mario Malandrone, consigliere comunale di Ambiente Asti, ha sottolineato che «quella che vivrete stamattina sarà une lezione di educazione civica, una lezione contro l’ingiustizia».
Numerosi gli slogan che sono stati ripetuti durante il corteo, come “Asti lo sa da che parte sta, Palestina libera dal fiume fino al mare”, “Free, free Palestine”, oltre ad attacchi al Primo ministro israeliano Benjamin Netanyahu, definito «criminale» e «assassino di bambini», e insulti allo Stato di Israele. Critiche anche alla presidente del Consiglio italiano Giorgia Meloni, definita «complice» di ciò che sta succedendo nella Striscia di Gaza, e al Ministro Matteo Salvini.
I ragazzi hanno quindi raggiunto piazza Alfieri, dove, nei pressi della Prefettura, si sono susseguiti alcuni interventi di ragazzi partecipanti al corteo, come Andrea Passentino del liceo scientifico Vercelli e Dana Sassat del liceo Monti. L’invito da parte di chi ha preso il microfono era, ad esempio, quello di manifestare il dissenso contro il Governo italiano che non sta facendo niente per risolvere la situazione, per esempio rifiutandosi di rescindere i contratti commerciali con Israele.
L’unione con i lavoratori e i pensionati
Da Samaa Akramalleh, tra gli organizzatori della manifestazione, l’invito invece a «boicottare le aziende che finanziano Israele», per poi intonare tutti insieme il canto “Balla ciao” e altri brani, come “Casa mia” di Ghali. In piazza Alfieri gli studenti si sono uniti a lavoratori e pensionati per poi procedere in corteo verso il Tribunale, percorrendo corso Einaudi, corso Matteotti, rotonda della Saclà, via Grassi, via Enrico Toti e poi proseguire in piazza San Giuseppe, via XX Settembre, via Brofferio, via Cavour, piazzetta San Paolo e piazza Statuto, così da raggiungere piazza San Secondo. Un percorso lungo il quale si sono aggiunti altri partecipanti, tanto che, secondo le forze di polizia, il numero dei manifestanti ammontava a circa 2.500 persone.
Il commento di Luca Quagliotti
«Sono molto soddisfatto – ha commentato lungo il corteo Luca Quagliotti, segretario generale provinciale Cgil – vedere così tanti partecipanti, e soprattutto così tanti studenti in piazza, mi riempie il cuore. Si pensava che i giovani fossero anestetizzati, invece stanno dimostrando il contrario, chiedendo la pace e la fine della corsa alle armi e al genocidio. E dobbiamo considerare che tra loro c’è anche chi non va a votare perché non trova nella politica un punto di riferimento. La politica oggi si occupa solo delle proprie questioni e di meccanismi internazionali, quando invece dovrebbe interessarsi dei problemi della popolazione e delle giovani generazioni».
Di tenore simile il commento di Carlo Iavarone (categoria pensionati Spi Cgil). «Da anni che ad Asti non si vedeva così tanti cittadini ad una manifestazione – ha sottolineato – segno che, se la gente ha buoni motivi, aderisce alle manifestazioni di piazza. Parliamo della stessa cittadinanza che spesso diserta le elezioni. La politica dovrebbe quindi capire che, se vuole essere seguita, deve dare una visione di futuro, non soltanto criticare e sottolineare ciò che non funziona».
Oltre ai rappresentanti di numerose categorie della Camera del lavoro, dalla scuola ai metalmeccanici, in corteo anche numerosi esponenti del partiti di opposizione e della rete dei movimenti Pro Palestina.
Gli interventi in piazza San Secondo
La manifestazione è poi proseguita con una nuova serie di interventi, dopo che l’intero corteo si è radunato in piazza San Secondo. Ad aprire la sequenza dei discorsi è stato ancora una volta il segretario generale della Cgil Luca Quagliotti, che ha ribadito la soddisfazione per la grande partecipazione e l’importanza di mantenere alta l’attenzione su quanto accade a Gaza.
A prendere poi la parola è stata Monique Abele in rappresentanza dei Cobas che, visibilmente emozionata, ha ringraziato i presenti: «Vi ringrazio, sono veramente commossa, abbiate pazienza, non sono abituata a parlare in pubblico. Questa partecipazione mi ha toccata profondamente: non solo studenti, ma anche tanti lavoratori, pensionati, gente comune. Abbiamo raggiunto lo scopo. Ieri sera, alla manifestazione in ospedale, sentendo i nomi dei sanitari morti, a metà non ce l’ho più fatta per il senso di tristezza e ingiustizia. Per favore, teniamo alta l’attenzione: chi vi dice che sbagliate, sbaglia a sua volta. Coraggio, siamo tutti uniti».
Gli studenti e il commento di Elena Beltramo
Dopo di lei si sono alternati al microfono numerosi studenti e studentesse delle scuole cittadine – dal liceo scientifico F. Vercelli al liceo classico Vittorio Alfieri, dall’istituto Giobert al liceo Monti, fino all’istituto Castigliano – che hanno espresso il loro dissenso verso la linea del Governo italiano e la vicinanza al popolo palestinese.
È poi intervenuta Elena Beltramo in rappresentanza di Usb, che ha sottolineato il senso dello sciopero generale: «Oggi non ci sono bandiere, l’unica bandiera che sventola è quella della Palestina. Lavoratori e studenti insieme hanno scelto di bloccare un’economia di guerra e di non essere complici di genocidio, imperialismo e colonialismo. Noi siamo qui a rivendicare umanità: donne, uomini, studenti, lavoratori, migranti, tutti quelli che questo Paese dimentica. Non ci spaventa rinunciare a una giornata di paga, continueremo a farlo finché sarà necessario. Non ci fermeranno pacchetti sicurezza né precettazioni. I terroristi non siamo noi, sono loro, e lo dimostriamo stando nelle piazze».
Il portavoce di Libera
A chiudere la serie degli interventi è stato Simone Barbiero, portavoce di Libera, che ha rivolto un ringraziamento generale a tutti i partecipanti e alle realtà che hanno sostenuto la giornata di mobilitazione. La manifestazione si è quindi sciolta nella tarda mattinata, dopo aver attraversato il centro cittadino e dato voce a chi ha scelto di unirsi «per chiedere la pace e la fine della violenza sul popolo palestinese».
Il prossimo appuntamento del movimento Pro Palestina sarà il momento di incontro giovedì 9 ottobre alle 17.30 in piazza San Secondo.
[foto Ago]