Sulla vicenda della missione umanitaria Flottilla interviene anche il Coordinamento Territoriale Piemonte Cse (Confederazione indipendente sindacati europei Regione Piemonte).
«Quanto avvenuto nelle scorse ore nelle acque internazionali, al largo di Gaza, con il sequestro delle imbarcazioni della missione umanitaria, e l’arresto dei volontari sulle imbarcazioni da parte dell’esercito israeliano – spiegano Stefania gallo e Alessandro Campanino – è l’ennesimo, grave, atto compiuto in violazione dei principi del diritto internazionale e delle regole dell’ordinamento sovranazionale, mentre continua la strage della popolazione palestinese, senza che nessun atto concreto sia stato assunto per bloccare questo che sempre più assume le caratteristiche del genocidio.
Le gravissime responsabilità di Hamas e il brutale attacco terroristico del 7 ottobre 2023 contro le popolazioni israeliane, non possono giustificare la reazione del governo israeliano, che non si configura come atto di autodifesa, quanto piuttosto come una vera e propria guerra di annessione. Ribadiamo ancora una volta al Governo, nel solco della storia del nostro Paese, che in quel difficile scenario ha sempre avuto un ruolo principale nell’azione politico-diplomatica per il riconoscimento del diritto del popolo palestinese ad avere un suo Stato, all’interno della proposta di due Stati per due popoli , di riconoscere formalmente lo Stato di Palestina, di attivarsi in seno all’Unione europea per la sospensione di ogni accordo economico con Israele, di prevedere l’adozione di specifiche e mirate sanzioni, di sospendere qualsiasi invio di armi».
La guerra
«Questa – proseguono – è una guerra voluta e perseguita dal governo israeliano che non solo sta sterminando un popolo senza esercito, ma danneggia fortemente anche la stessa società civile israeliana, trasformando in una polveriera, una parte del mondo da sempre attraversata da conflitti e tensioni. Gli interessi economici delle potenze militari non possono e non debbono sovvertire le regole che la comunità internazionale si è data dopo la seconda guerra mondiale. Il cessate il fuoco è il primo obiettivo, ma bisogna concretamente operare per riportare nello scenario medio orientale, e in tutti i campi di guerra, le ragioni della pace.
Accogliamo quindi l’appello di queste ore lanciato da ampi settori della società civile, della chiesa, del sindacato, di una grande manifestazione popolare, unitaria, per ribadire ancora una volta i principi posti alla base della nostra Costituzione.
Il NO al tutte le guerre e l’impegno a ricercare le soluzioni pacifiche alle controversie».